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Lunedì 7 Aprile 2025 ore 13:45
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Non solo dazi: anche Visa e Mastercard fanno paura all'Europa

Ben 13 paesi su 20 dell'area euro sono dipendenti dagli americani per i pagamenti digitali, i due terzi delle transazioni europee passano per i due colossi Usa.

Non solo dazi: anche Visa e Mastercard fanno paura all'Europa

Nella nuova era di guerre commerciali urge un circuito made in Ue. La Bce spinge per l’euro digitale

I dazi che oggi Donald Trump impone all’Europa sono l’ennesima dimostrazione di come i tempi siano cambiati. Di come la vecchia alleanza commerciale e politica con gli Usa non sia più da dare per scontata, anzi di fatto si sta trasformando in una competizione, e neanche troppo dolce. E di come l’Europa abbia sempre più l’esigenza di garantirsi un’autonomia strategica ed economica nei confronti dell’America. Tutti fatti che sono ben chiari a Bruxelles ma anche a Francoforte, sede della Banca centrale europea. Non è un caso che il progetto dell’euro digitale – ancora in fase di attuazione – stia trovando nuovo slancio e soprattutto nuova urgenza. Perché solo un euro digitale perfettamente funzionante può garantire la difesa della sovranità monetaria, intesa come capacità degli stati europei di avere una propria valuta forte e accettata a livello internazionale, capacità della Bce di fare manovre di politica monetaria e tenere a bada l’inflazione ma soprattutto capacità di avere una rete continentale per i pagamenti digitali che ci renda autonomi e indipendenti.

Quello che infatti è spesso sottovalutato qui nel Vecchio continente è l’abnorme dipendenza che abbiamo nel campo dei pagamenti digitali. In uno degli ultimi interventi Piero Cipollone, membro dell’esecutivo Bce, ha messo in fila un paio di numeri che ci danno contezza della questione. Nella seconda metà del 2023 i due terzi delle transazioni in Europa sono stati fatti sfruttando il circuito di Visa e Mastercard, i due colossi statunitensi del settore. E ben 13 paesi su 20 dell’area euro non hanno un sistema alternativo nazionale, stiamo parlando di paesi importanti, come la Spagna, l’Olanda o la Grecia. Un esempio per capire la portata del problema: in Italia abbiamo fortunatamente un canale alternativo, quello Bancomat, quindi se non funzionano i sistemi di Visa e Mastercard possiamo comunque fare dei regolari pagamenti digitali; in altri paesi europei invece non c’è un circuito Bancomat nazionale e quindi sono totalmente dipendenti dalle due multinazionali. E la cosa non è banale visto che i dati ci mostrano come i cittadini europei stiano sempre più abbandonando il vecchio contante per privilegiare i pagamenti via carta, via Apple Pay o Google Pay e simili. Anche qui un paio di numeri della Bce ci vengono in soccorso per capire la portata del cambiamento: dal 2019 a oggi l’uso del contante è crollato, dal 40 al 24% mentre l’uso di carte e altri strumenti digitali è aumentato dal 49 al 59%. Ed è una tendenza destinata sempre di più accentuarsi. Cash is no more the king, per parafrasare la commissaria europea Hadja Lahbib. Come si può quindi rimanere immobili davanti a questo scenario? Cosa succede se Visa e Mastercard decidono di aumentare in modo spropositato le commissioni per i commercianti e le banche europee? Non è meglio avere un circuito europeo su cui fare affidamento.

Sono le stesse domande che si pongono a Francoforte ed è il motivo per cui si sta accelerando sul progetto di euro digitale. Perché quando parliamo di euro digitale non parliamo solo della versione immateriale della nostra valuta ma anche del circuito a supporto, che potrebbe essere finalmente un’alternativa europea seria a quello degli americani o alle singole reti nazionali. Si tratta anche di un modo veloce per superare una delle tante barriere interne al mercato europeo stigmatizzate dai report di Mario Draghi ed Enrico Letta e che la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen ha promesso di abbattere. Anche perché se oggi si dipende dagli americani, domani si dipenderà da qualcun’altro, che magari non sta a Washington ma a Pechino. L’esempio più calzante lo fa ancora Cipollone: “Dipendere oggi da imprese statunitensi potrebbe voler dire ricorrere in futuro a società di altri paesi diversi dagli Stati Uniti. Piattaforme come Alipay di Ant Group hanno dimostrato la capacità superare il divario geografico: durante grandi eventi quali il Campionato europeo del 2024 sono state in grado di promuovere l’utilizzo della loro app di pagamento ai clienti in Europa”

di  Gianni Del Vecchio su HuffPost

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