Nuove regole per chi si muove in bici: cosa cambia da domani 14 dicembre
Il nuovo Codice della Strada ha introdotto nuove norme per la circolazione dei ciclisti in Italia.
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Negli ultimi anni, le biciclette hanno assunto un ruolo sempre più centrale nella mobilità urbana, offrendo un’alternativa ecologica e salutare ai mezzi di trasporto tradizionali. È anche vero, però, che in particolare nelle grandi città, usare le due ruote è diventato anche molto pericoloso, per la mancanza di attenzione e rispetto sia dei ciclisti, che degli automobilisti. Per favorire la diffusione di questo bellissimo mezzo di trasporto, ma soprattutto per garantire una maggiore sicurezza ai ciclisti, dal 14 dicembre, questi ultimi dovranno fare i conti con un Codice della Strada rinnovato. La legge n. 177 del 25 novembre 2024, ha apportato alcune modifiche che toccano diversi aspetti cruciali della circolazione sulle due ruote.
Una delle novità più significative riguarda il sorpasso: gli automobilisti, quando le condizioni della strada lo permettono, dovranno ora mantenere una distanza laterale di almeno 1,5 metri quando superano un ciclista. Questa misura, fondamentale per la sicurezza dei ciclisti, offre loro uno spazio di manovra più ampio e riduce il rischio di incidenti causati da sorpassi azzardati.
Addio alle biciclette che zigzagano tra gli autobus: la nuova legge vieta espressamente la circolazione dei ciclisti sulle corsie riservate al trasporto pubblico. Questa decisione, volta a fluidificare il traffico e a prevenire situazioni potenzialmente pericolose, sottolinea l’importanza di una chiara separazione tra le diverse modalità di trasporto.
Sulle strade urbane ciclabili, sugli itinerari ciclopedonali e nelle zone ciclabili, coloro che usano le biciclette potranno finalmente pedalare affiancati senza restrizioni. La norma precedente, che imponeva la fila indiana nella maggior parte dei casi, viene così ammorbidita in contesti dedicati, favorendo la socialità e la comunicazione tra chi sceglie la bicicletta.
La sicurezza in bicicletta passa anche da una buona visibilità. Per questo, la nuova normativa estende ai ciclisti l’obbligo di tenere accese le luci di posizione non solo di notte, ma anche in condizioni di scarsa visibilità diurna, come in caso di nebbia, pioggia intensa o all’interno di gallerie. Una misura semplice ma efficace per rendere i ciclisti più visibili agli altri utenti della strada.
Nelle zone di attestamento ciclabili, nelle strade urbane ciclabili e nelle zone ciclabili, i ciclisti avranno maggiore libertà di posizionamento in carreggiata. L’obbligo di tenersi il più possibile vicino al margine destro, valido in altri contesti, non si applica in questi spazi dedicati alla mobilità ciclistica.
La nuova legge, oltre a introdurre regole specifiche, richiama tutti gli utenti della strada, automobilisti e ciclisti, alla responsabilità e al rispetto reciproco. Nelle aree pedonali, nelle strade urbane ciclabili e nelle zone ciclabili, gli automobilisti dovranno prestare particolare attenzione ai pedoni e ai ciclisti, osservando le regole di precedenza e adottando una guida prudente. Sulle corsie ciclabili delimitate da striscia discontinua, i veicoli a motore dovranno sempre dare la precedenza ai velocipedi.
Un’ultima novità riguarda le zone di attestamento ciclabili ai semafori: durante la fase di rosso, i ciclisti potranno cambiare direzione all’interno di questa area senza dover segnalare la manovra. Tuttavia, è importante ricordare che l’obbligo di segnalare il cambio di direzione o di corsia rimane valido in altri contesti.
Le nuove norme introdotte dalla legge n. 177/2024 rappresentano un passo avanti verso una maggiore sicurezza per i ciclisti e una migliore convivenza tra le diverse modalità di trasporto. La conoscenza e il rispetto di queste regole da parte di tutti gli utenti della strada sono essenziali per creare un ambiente di circolazione più sicuro e armonioso. Cosa che serve molto, visto che il numero di ciclisti coinvolti in incidenti stradali in Italia è cresciuto in modo preoccupante.
Un fenomeno, spesso descritto come una vera e propria “strage silenziosa”, risultato di un intreccio di responsabilità e problemi irrisolti. Dagli automobilisti distratti, alle infrastrutture che sembrano progettate per escludere, piuttosto che accogliere, chi sceglie di muoversi in modo sostenibile.
Dalla scarsa cultura della condivisione della strada rispetto ad altri Paesi europei, fino ai comportamenti imprudenti di alcuni ciclisti, che contribuiscono e non poco ad aumentare il rischio. Un contesto, insomma, dove il ruolo delle istituzioni sarebbe fondamentale. Ma, finora, le risposte sono state lente e spesso insufficienti a causa della mancanza di una visione chiara e coraggiosa sulla mobilità sostenibile.
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