Pagamenti digitali, rimborsi al via da dicembre
Cashback con rimborso in denaro fino a 150 euro a semestre sugli acquisti con pagamenti digitali: adesione volontaria per la sperimentazione a dicembre.
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Rimborsi su un numero minimo di acquisti con pagamenti digitali (bancomat, carta di credito e debito, smartphone, ecc.) dal primo dicembre: è una delle novità che emergono dal parere favorevole del Garante Privacy sul provvedimento attuativo del Ministero dell’Economia in relazione al piano cashback del Governo.
Si tratta della misura introdotta dalla Legge di Bilancio 2020 e modificata dal DL Agosto, in base alla quale scatta un rimborso del 10%, fino ad un massimo a 150 euro a semestre, alle condizioni previste. La sperimentazione per il mese di dicembre 2020 prevede l’adesione volontaria al programma tramite l’App IO o banche e società di carte di pagamento (issuer).
In realtà, il via libera del Garante è condizionato: vanno adottate precise misure a tutela dei dati personali, in particolare in relazione all’utilizzo della App IO. Vediamo tutto.
Piano Cashback
Il piano cashback (commi da 288 a 290 della legge 160/2019) consente ai consumatori persone fisiche, su base volontaria, di ottenere un rimborso in denaro, pari al 10% di ogni acquisto effettuato con strumenti digitali, in presenza di un numero minimo di operazioni a semestre. Parte il prossimo primo dicembre 2020 ed i riaccrediti arrivano direttamente sul conto corrente (previa comunicazione dell’IBAN), ogni sei mesi.
Il Programma è realizzato attraverso il Sistema Cashback, gestito da PagoPA.
Il regolamento ministeriale si compone di 12 articoli, che contengono tutti i dettagli. Le regole principali: possono aderire i maggiorenni, che fanno acquisti fuori dall’attività di impresa, utilizzando la app IO, oppure i sistemi messi disposizione da soggetti convenzionati (ad esempio, la società che emette la carta di credito). In pratica, bisogna inserire alcuni dati nella app, fra cui il proprio codice fiscale, e gli strumenti di pagamento che si utilizzano per partecipare all’iniziativa cashback.
Durante la sperimentazione di dicembre basteranno 10 operazioni, mentre a regime, scatterà se vengono effettuate almeno 50 operazioni a semestre. Rilevano sia il numero delle operazioni, sia l’importo. In tutti i casi, il massimale di spesa ammesso al meccanismo premiante è di 1.500 euro a semestre, per un imborso massimo di 150 euro nel medesimo periodo (il 10%). In pratica, il cashback annuo non potrà superare i 300 euro.
=> Cashback: bonus sui pagamenti elettronici da dicembre
C’è poi un premio speciale fino a 3mila euro per i primi 100mila partecipanti per numero di operazioni (rileva solo il numero di operazioni). E (questa è una novità) c’è un ulteriore premio, nel solo mese di dicembre, che permette di anticipare l’attuazione del programma di rimborso, esclusivamente per gli aderenti che abbiano effettuato un certo numero di transazioni. Tutto questo, come incentivo a parte rispetto alla lotteria degli scontrini che invece partirà a gennaio 2021.
Lo schema prevede tutele per la protezione dei dati, in recepimento di indicazioni dell’Authority sui «rischi elevati per i diritti e le libertà degli interessati derivanti dalla raccolta massiva e generalizzata di informazioni». Fra le indicazioni del Garante: le caratteristiche del Sistema Cashback, la piattaforma informatica, i ruoli e le responsabilità dei diversi soggetti coinvolti, trattamento identificativi degli esercenti, riservatezza dei dati delle transazioni, trasparenza su importo rimborsi e posizione in graduatoria.
È però ancora all’esame del Garante «la valutazione di impatto predisposta da PagoPA relativa ai trattamenti effettuati, in generale, tramite l’APP IO, quale punto unico di accesso telematico per i cittadini ai servizi in rete della pubblica amministrazione (art. 64-bis CAD), cui lo schema fa riferimento ai fini della realizzazione del Programma». E già erano formulate osservazioni (nel provvedimento 102 del 12 giugno 2020) relative all’utilizzo di notifiche push, all’attivazione automatica di servizi non espressamente richiesti dall’utente, al trasferimento di dati personali verso Paesi terzi.
Quindi, il parere è positivo ma ci sono ancora aspetti sui quali il Garante sta conducendo verifiche, che potrebbero quindi essere oggetto di nuove osservazioni.
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