Piacenza ricorda Corrado Sforza Fogliani a un anno dalla morte
PalabancaEventi gremito per la presentazione del volume de La Tribuna che raccoglie scritti di Corrado Sforza Fogliani.
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«Inguaribilmente piacentino ma non provinciale, uomo nazionale, liberale, individualista,
che pensava al futuro. È stato maestro di tanti che ne hanno condiviso i valori, perché era
uno che costruiva. La Confedilizia e la Banca di Piacenza sono esempi concreti di due
importanti realtà che portano avanti la sua opera». Questo un frammento dell’intervento di
Pierluigi Magnaschi all’anteprima dell’ottava edizione del Festival della Cultura della
libertà, dedicata alla memoria di Corrado Sforza Fogliani, che si è tenuta al
PalabancaEventi, nella Sala a lui intitolata, gremita in ogni ordine di posti. La presentazione
del volume realizzato dall’Editrice La Tribuna (Liberale di natura) con una raccolta di suoi
scritti, è stata l’occasione per il direttore di Italia Oggi, per Giorgio Albonetti, presidente di
LSWR Group e per Daniele Capezzone, direttore editoriale di Libero, di omaggiare chi, il
Festival, l’aveva ideato nel 2017.
Il giornalista piacentino ha raccontato un episodio eloquente di una delle sue innumerevoli
coerenze: «Quando è nata la “disperata” iniziativa di Italia Oggi che si poneva in
concorrenza con un colosso come 24Ore (dove Sforza collaborava), non esitò un secondo a
scrivere anche per noi. Allora il Sole era crudele: se passavi al nemico non collaboravi più
con loro (oggi non è più così, infatti era tornato a scrivere pure lì). Ma questo a lui non
importava, in nome di una convinzione che aveva, quella che il monopolio è la morte della
libertà e spesso mi ripeteva anche che il capitalismo è il miglior sistema economico di quelli
conosciuti, considerando derive le forme oligopolistiche e monopolistiche». Magnaschi ha
quindi ricordato come a 20 anni Sforza avesse già espresso le sue potenzialità di leader:
«Attirava l’attenzione dei suoi amici liceali del Gioia attraverso i Fori giovanili che
organizzava ogni sabato al teatro della Filo, dove riusciva a riunire 200 persone. Era capo
naturalmente – ha aggiunto il direttore di Italia Oggi – e la sua giornata, visto tutte le cose
che faceva, durava in media 36 ore. Era un uomo realizzato e curioso (non nel senso di
pettegolo), strenuo difensore della piacentinità con la Banca, che è quella che tutti
conosciamo grazie ai suoi convincimenti. E ha plasmato Confedilizia in funzione dell’idea
politica e sociale che aveva della casa: ogni famiglia che ne ha una di proprietà, è una
famiglia libera. Glielo aveva insegnato Einaudi, che un giorno gli disse che voleva costruire
una società di proprietari e non di proletari».
«Oggi – ha esordito Daniele Capezzone – ricordiamo un gigante che sfuggiva alla regola che
uno vale uno e l’uno vale l’altro. Non c’era materia che non lo appassionasse, da genio
rinascimentale. Una persona dall’integrità morale assoluta, che muoveva le montagne. È
stato un “tesoro” per tutti: per Piacenza, la Banca, Confedilizia, per i liberali». Il direttore
editoriale di Libero dell’uomo ha evidenziato due cose: «Alla sua età era entrato nel mondo
social in modo fantastico. Nel suo profilo twitter si leggeva “liberale di natura, libertario per
forza di cose”. Nel senso che era nato liberale classico, ma poi vedendo cosa succedeva nel
Paese aveva compreso che occorreva fare uno scatto ulteriore. Secondo, era uno dei pochi
liberali italiani, cito anche Antonio Martino ma non me ne vengono in mente altri,
coraggiosi perché non si fermava ai dettagli dimenticando i principi. Anzi. Riusciva sempre
a collegare una soluzione (il dettaglio) a un principio. Questo lo faceva un maestro».
«A chi ha perduto il padre – ha concluso Capezzone – spesso succede di pensare “adesso
devo chiamare papà”. Io credo che in questa sala ciascuno di noi in diversi momenti della
giornata un’ideale telefonata a Corrado Sforza Fogliani continui a farla».
«È proprio così – ha confermato Emanuele Galba, che ha moderato l’incontro e che è
subentrato nella direzione dei periodici Bancaflash e Confedilizia notizie al presidente
Sforza – quella telefonata io la faccio tutti i giorni».
Giorgio Albonetti, presidente di LSWR Group (Gruppo internazionale leader nel campo
della conoscenza professionale nei settori medico e giuridico, di cui fa parte La Tribuna), ha
testimoniato di aver conosciuto l’Avvocato una decina di anni fa, «quando stavamo per
acquisire la casa editrice piacentina. La sua preoccupazione era che la portassimo via dalla
vostra città. Lo rassicurai che non sarebbe accaduto e da lì iniziò il nostro rapporto. Aveva
tante passioni: la Banca di Piacenza e le banche popolari, la Confedilizia, la scrittura (non si
fermava mai e controllava tutto, bozze comprese; non c’era errore che gli sfuggisse), l’arte.
La nostra azienda è stata aiutata a crescere dalla Banca e grazie alla sua visione».
Il volume – sostenuto da Confedilizia e Banca e distribuito a tutti i partecipanti al termine
dell’incontro – è stato curato da Vittorio Colombani, il quale ha raccolto alcuni suoi scritti
che ben testimoniano la statura dell’uomo. Nella prefazione il presidente di Confedilizia
Giorgio Spaziani Testa, presente in sala con il segretario generale Alessandra Egidi, molto
bene spiega il valore degli articoli scelti, molti dei quali scritti quando l’avv. Sforza era
presidente di Confedilizia, articoli che testimoniano lo spessore culturale, l’ampiezza di
vedute, la capacità di elaborazione, i valori della libertà sempre difesi.
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