Riforma fiscale al via: la legge delega è in Gazzetta Ufficiale
La legge delega per la riforma fiscale è approdata, nella sua versione definitiva, in Gazzetta Ufficiale Serie Generale n. 189 del 14 agosto 2023.
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La gestazione è stata lunga, e per certi versi travagliata, ma alla fine la legge delega per la riforma fiscale è approdata, nella sua versione definitiva, in Gazzetta Ufficiale Serie Generale n. 189 del 14 agosto 2023. Si tratta della legge nr. 111 del 9 agosto 2023, norma che racchiude in sé tutte le linee guida e procedurali che segneranno il percorso da compiere per arrivare all’ambizioso obiettivo di rivedere il sistema fiscale nel suo insieme.
Ripercorrendo brevemente la genesi della legge delega, risulta evidente che stabilire i principi cardine che porteranno, secondo le intenzioni, ad una vera e propria rivoluzione fiscale da compiersi nell’arco di 24 mesi, ha richiesto un lavoro non semplice. Il disegno di legge iniziale è stato infatti presentato il 23 marzo scorso, approvato dalla Camera e poi passato all’esame del Senato nel mese di luglio 2023. Il Senato, a sua volta, tramite il lavoro delle Commissioni ha apportato modifiche, del ché si è reso necessario un terzo passaggio alla Camera per l’approvazione finale.
Nel corso dei lavori parlamentari numerosi aspetti sono stati oggetto di ritocco rispetto alle iniziali previsioni, ma quel che conta è che ora il “progetto” è definitivo, per quanto il passaggio dalla teoria alla pratica richiederà ancora la scrittura di molte norme, in un processo che viene delegato al Governo per il tramite dell’emanazione di decreti legislativi, i quali dovranno essere predisposti in stretta aderenza alle indicazioni della legge delega.
Come si è detto, il termine per l’emanazione dei decreti legislativi che andranno, nel concreto, a modificare il sistema tributario – con l’ambizioso obiettivo di riscrivere in maniera organica tutta la normativa ora vigente, prevedendo una codificazione di carattere generale e più codificazioni di carattere speciale – dovranno essere emanati entro 24 mesi, con una clausola di salvaguardia che concede ulteriori 90 giorni laddove il processo sia in itinere al termine del summenzionato periodo.
Il compito è affidato al Governo, vincolato al rispetto della legge delega, ma l’iter non sarà comunque celere. Infatti, i decreti legislativi “in bozza” dovranno passare all’esame delle commissioni parlamentari, ed anche della Conferenza Unificata laddove le norme comportino un impatto per Regioni e enti locali in genere. Tra esami, pareri ed eventuali rinvii, a partire dalla bozza del singolo decreto legislativo di attuazione della legge delega, all’effettiva promulgazione della norma, potrebbero passare non meno di due mesi. Previsto anche il caso della “correzione”: entro 24 mesi dall’entrata in vigore dell’ultimo decreto legislativo, il Governo è sin d’ora delegato ad emanare disposizioni integrative o correttive.
Insomma, si prospettano due anni ricchi di cambiamenti, che dovrebbero portare ad una innovazione delle norme fiscali rivolta nella direzione dell’incentivo dell’attività economica, alla semplificazione (inclusa la soppressione di micro-tributi e l’intendimento di una graduale cancellazione dell’IRAP) e in direzione di una tassazione sempre più “piatta”. Per quanto riguarda l’IRPEF, l’obiettivo è quello di addivenire ad una aliquota unica, ma non prima di un passaggio graduale che comporterà, almeno in prima battuta, semplicemente la riduzione del numero degli scaglioni. Dal punto di vista dell’approccio “sociale” alla fiscalità, le linee guida prevedono l’incentivo alla famiglia, con una particolare attenzione alle esigenze dei disabili. Punto fermo resta la lotta all’evasione ed all’elusione, da attuarsi tuttavia con un cambio di approccio dal punto di vista sanzionatorio: maggiore severità verso i “veri” evasori, più flessibilità a favore di coloro che sono vittime esclusivamente di errori formali.
Uno scoglio certamente difficile sarà quello del reperimento delle necessarie risorse per la copertura di ogni modifica attuata. Tale compito è affidato nuovamente all’esecutivo, che nella predisposizione dei decreti legislativi attuativi dovrà preoccuparsi di dimostrare come saranno reperiti i fondi necessari, per ciascuna innovazione apportata.
Tra le numerose novità in programma è prevista la revisione dei redditi agrari, mentre per quanto riguarda i redditi fondiari si punta a (re)introdurre la cedolare secca per le locazioni di immobili strumentali direttamente utilizzati nell’esercizio delle attività produttive da parte dei conduttori.
Una profonda riscrittura della norma è prevista per i redditi finanziari, da tassarsi ad aliquota unica, e con possibilità di compensare le eventuali perdite anche tra forme reddituali che attualmente sono considerate distinte.
Per le imprese, particolarmente interessante è la previsione della possibilità di optare per una tassazione ad aliquota fissa (quella prevista per l’Ires) anche per le ditte individuali e le società di persone, a condizione che venga adottato il regime contabile ordinario; per i professionisti, invece, viene confermata l’annunciata intenzione di poter ridurre l’ammontare della ritenuta d’acconto in presenza di lavoratori dipendenti, nonché la neutralità fiscale per le operazioni di aggregazione.
Queste non sono che alcune delle novità prossime future, cui verranno dedicati singoli approfondimenti nel corso dei prossimi giorni, al fine di poter avere contezza della direzione che si intende intraprendere, in attesa che i necessari decreti legislativi vengano adottati.
Quanto alla probabile “confusione” normativa che potrebbe derivare da un numero così elevato di interventi, la stessa dovrebbe essere scongiurata dall’espressa previsione di intervenire, a seconda della materia trattata dal singolo decreto attuativo, nella riformulazione integrale della norma, mediante l’abrogazione espressa di tutte le norme non compatibili con il nuovo impianto.
Autore: Sandra Pennacini
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