Riforma fiscale: revisione Irpef, Irap e Iri nella legge delega
Riforma fiscale, linee di indirizzo: taglio aliquote e scaglioni Irpef, abolizione Irap, no tax-area come maxi-deduzione, revisione Iri e Iva.
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La commissione bicamerale per la revisione dell’Irpef (imposta sul reddito delle persone fisiche), presieduta da Luigi Marattin e Luciano D’Alfonso, sta per definire il documento programmatico da consegnare all’Esecutivo, con le linee di indirizzo politico per la legge delega di riforma fiscale, che il Governo Draghi si è impegnato a presentare entro fine luglio. In base alle indiscrezioni di stampa, nel documento conclusivo dell’indagine conoscitiva delle Commissioni Bilancio della Camera e del Senato si propone un modello duale, con la revisione anche dell’Irap secondo un meccanismo per cui le aliquote sui redditi da capitale si allineano a quelle del primo scaglione Irpef. Secondo le Commissioni, l’Irap andrebbe superata (magari assorbita dall’Ires) nell’ottica di una semplificazione del sistema tributario. La riforma deve infatti muoversi lungo due direttrici: la crescita e la semplificazione. Resterebbero però ancora dei grossi nodi da sciogliere, a partire dal sistema impositivo alla base del regime forfettario.
Per quanto riguarda la riforma IRPEF, da quanto emerge dalle anticipazioni, si propone «l’abbassamento dell’aliquota media effettiva con particolare riferimento ai contribuenti nella fascia di reddito 28.000-55.000 e la modifica della dinamica delle aliquote marginali effettive, eliminando le discontinuità più brusche».
Tradotto: una sforbiciata sia agli scaglioni Irpef, sia alle aliquote ed alle detrazioni per tipologia di reddito «incluso l’assorbimento degli interventi del 2014 e del 2020 riguardanti il lavoro dipendente; in subordine tramite un sistema ad aliquota continua limitato alle fasce di reddito medie». In parole semplici, si potrebbero ridurre da 5 a 3 gli scaglioni, per evitare il forte balzo di aliquota tra il secondo ed il terzo.
Si propone anche l’introduzione di una no tax area senza obbligo di dichiarazione dei redditi. «Tale minimo esente dovrebbe preferenzialmente essere inteso come una maxi-deduzione a valere su tutta la distribuzione dei redditi (o su parte di essa) adeguando corrispondentemente il livello delle aliquote; in subordine, qualora il costo di questo intervento dovesse risultare incompatibile con gli equilibri di finanza pubblica, dovrebbe essere introdotto con la sola finalità di ridurre il carico burocratico sui contribuenti».
Per quanto riguarda la lotta all’evasione fiscale, le Commissioni proporrebbero di adottare l’utilizzo obbligatorio della fatturazione elettronica anche per quelle categorie oggi senza vincoli, anche in ottica di piena digitalizzazione dei processi. Infine, «ritengono opportuno che l’annunciato disegno di legge in materia fiscale contenga una specifica delega al Governo per la ridefinizione della disciplina IVA a ai fini di una sua opportuna semplificazione e di possibile riduzione dell’aliquota ordinaria attualmente applicata».
Lavoro autonomo
Per i lavoratori autonomi si propone di «istituire un meccanismo di rateizzazione opzionale, destinato alle persone fisiche, società di persone o di capitali ovvero associazioni (previste dal testo unico delle imposte sui redditi) tenute al versamento di saldo e acconto con riferimento alla dichiarazione dei redditi e alla dichiarazione dell’imposta regionale sulle attività produttive (che comunque si propone di riformare, ndr)». La misura sarebbe accompagnata dalla riduzione o eliminazione della ritenuta d’acconto. La rateizzazione prevedrebbe:
- saldo e primo acconto in sei rate di uguale importo da luglio a dicembre;
- secondo acconto o unica soluzione entro il 31 gennaio dell’anno seguente o sei rate mensili da gennaio a giugno dell’anno seguente.
Tassazione reddito di impresa
Per quanto riguarda l’Iri, ossia la tassazione sul reddito d’impresa, le Commissioni propongono di reintrodurre un regime opzionale per le imprese individuali e le società di persone in contabilità ordinaria, che dovrebbero poter scegliere un’aliquota proporzionale se l’utile prodotto viene reinvestito in azienda, deducendo dal reddito di impresa le somme distribuite ai soci (con tassazione ordinaria Irpef).
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