Riscatto laurea, domande in aumento
Dall'Inps simulazione per valutare la convenienza
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La possibilità di accedere al riscatto di laurea agevolato ha determinato un aumento delle domande, anche se rimangono dubbi sulla convenienza in base a ogni singola situazione. Secondo i dati diffusi di recente dall’Inps, in generale, in questi ultimi tre mesi le domande di riscatto di laurea hanno superato le 21mila unità e poco meno della metà (10.139) sono state indirizzate a quello agevolato (il resto a quello ordinario). Rispetto all’anno precedente, si è passati da una media mensile complessiva di circa 2300 domande, con una prevalenza anche in questo caso del settore privato, alle 6mila di marzo, 7mila di aprile, 8mila di maggio. Non solo quindi c’è un aumento dovuto alla possibilità della via agevolata, ma si registra anche una crescita di chi procede al riscatto ordinario.
Valutare a chi conviene
Come si ricorderà, il riscatto di laurea agevolato è stato introdotto insieme ai provvedimenti di Quota 100 e Reddito e pensione di cittadinanza. La misura prevede, per chi abbia completato il percorso di studi, la possibilità di valorizzare ai fini pensionistici il periodo universitario per tutta la durata del ciclo (ma non oltre, per chi fosse andato fuori corso). Rispetto al riscatto ordinario, che ha regole meno restrittive, quello agevolato permette di versare una quota bloccata, non vincolata al reddito, con, tuttavia, un conseguente impatto su quella che sarà la rivalutazione pensionistica, dal momento che vigono, come indica l’Inps, «le regole del sistema contributivo». In particolare, come si legge nella normativa, il contributo, per ogni anno da riscattare, viene calcolato sul minimale retributivo della Gestione di Artigiani e Commercianti, che è per il 2019 pari a 15.878 euro, moltiplicato per l’aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche per i lavoratori dipendenti pari al 33%. Si tratta quindi di un contributo di circa 5.240 euro per anno da riscattare. Sia per il riscatto agevolato sia per quello ordinario, le somme sono comunque deducibili al 50%, con una ripartizione in cinque quote annuali costanti e di pari importo nell’anno di sostenimento e in quelli successivi. Ogni situazione è certamente da valutare singolarmente, ma intanto sul sito dell’Inps è disponibile lo strumento “La Mia Pensione futura“, che consente, sulla base dell’effettiva storia contributiva, di stimare la data di pensionamento e l’eventuale importo della pensione.
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