Rischio idrogeologico, domani la Giornata di ingegneri e geologi
Obiettivo è la prevenzione; all'evento romano Salvini e Pichetto.
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I cambiamenti climatici, accompagnati da eventi sempre più estremi, pongono nuove sfide alle tecniche di prevenzione e mitigazione del rischio, imponendo alle istituzioni, ai ricercatori ed ai professionisti tecnici una visione nuova del problema. Alcuni numeri, poi, testimoniano la necessità di agire con una certa urgenza. Secondo le ultime stime, infatti, 6,8 milioni di abitanti risiedono in aree a rischio alluvionale medio e 2,4 milioni vivono in zone alluvionali ad alto rischio, complessivamente il 15% della popolazione. Per fronteggiare in modo sistematico il problema del dissesto idrogeologico in Italia si stima un fabbisogno minimo di 26,58 miliardi di euro per opere di prevenzione e mitigazione.
A partire da queste constatazioni, Il Consiglio Nazionale degli Ingegneri e il Consiglio Nazionale dei Geologi hanno deciso di organizzare la Giornata Nazionale della Prevenzione e Mitigazione del Rischio Idrogeologico, un evento unico nel suo genere che riunisce esperti di ingegneria e geologia, professionisti del settore e rappresentanti istituzionali per affrontare uno dei problemi più pressanti del nostro tempo: l’aggravarsi del rischio idrogeologico. La Giornata si propone di diventare un punto di riferimento annuale per la discussione e lo scambio di conoscenze e pratiche all’avanguardia nel campo della prevenzione e della mitigazione del rischio idrogeologico. In un’epoca in cui i cambiamenti climatici intensificano fenomeni di dissesto, infatti, diventa cruciale non solo aggiornare le tecniche di intervento ma anche rafforzare le politiche pubbliche di gestione del territorio. Attraverso dialoghi costruttivi, il convegno mira a delineare nuove strategie efficaci e sostenibili per proteggere il nostro Paese e le sue comunità dalle conseguenze sempre più frequenti e severe del rischio idrogeologico.
“La lotta contro il dissesto idrogeologico – afferma Angelo Domenico Perrini, Presidente del CNI – è una delle sfide più pressanti che la nostra società deve affrontare. In un’era segnata da cambiamenti climatici inesorabili, che intensificano la frequenza e la severità degli eventi estremi, la nostra missione di proteggere il territorio assume un’urgenza ancora maggiore. La sicurezza delle comunità, la salvaguardia del patrimonio culturale e la resilienza delle infrastrutture dipendono dalla nostra capacità di anticipare, prevenire e mitigare efficacemente il rischio idrogeologico. Per riuscire nell’impresa, però, è necessario intraprendere alcuni passi semplici e chiari. La realtà ci induce innanzitutto a concepire una nuova progettazione di opere idrauliche in grado di rispondere adeguatamente ai cambiamenti delle tipologie di eventi, quali ad esempio le bombe d’acqua. Inoltre, è necessario intervenire con estrema efficacia sui tempi di realizzazione delle opere che, secondo tutti gli indicatori, in Italia richiedono anni. Oltre tutto questi ritardi comportano l’utilizzo, rispetto a quelle già destinate, di numerose risorse aggiuntive da parte dello Stato con erogazione derivante dai vari decreti aiuti, anche a causa dell’aumento dei prezzi che sempre si determinano quando un’opera non viene realizzata in tempo utile. E’ necessario definire processi semplificati per l’esecuzione delle manutenzioni ordinarie e straordinarie, da autorizzare attraverso protocolli standard. Infine, servono imprese altamente qualificate e specializzate, dal momento che ogni intervento ha un impatto sulla sicurezza dei territori e dei cittadini”.
“Uno scenario così complesso impone la messa in campo di una strategia integrata di azioni di prevenzione e gestione del rischio idrogeologico – afferma Arcangelo Francesco Violo, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi. Occorre programmare anche una serie di interventi non strutturali mediante i quali contribuire significativamente alla prevenzione delle conseguenze dei sempre più frequenti eventi metereologici estremi ed operare una corretta gestione del rischio e migliorare la capacità di adattamento dei sistemi socio-economici e naturali.
La decisione di istituire, dunque, la Giornata Nazionale della Prevenzione e Mitigazione del Rischio Idrogeologico – conclude Violo – nasce dalla consapevolezza di un problema sempre più diffuso nel nostro Paese e dalla necessità di riunire professionisti tecnici, esperti della materia, e rappresentanti delle istituzioni per analizzare il fenomeno e proporre soluzioni adeguate, favorendo un dialogo aperto e costruttivo tra le figure competenti e i decisori politici”.
Attraverso un articolato panel di discussant, il convegno tratterà il tema del dissesto idrogeologico seguendo “piste” di analisi differenti: dalla nuove tecniche di mitigazione del rischio alla necessità di una migliore governance delle politiche di contrasto al dissesto idrogeologico, dall’opportunità di semplificare le norme per gli interventi di messa in sicurezza dei territori più fragili del Paese fino all’approfondimento di percorsi formativi e di aggiornamento dei professionisti specializzati in interventi di contrasto al rischio idrogeologico.
La prima parte della giornata sarà dedicata ad un confronto prettamente istituzionale che vedrà la partecipazione, tra gli altri, di Matteo Salvini (Vice Presidente del Consiglio dei Ministri e Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti), Nello Musumeci (Ministro per la Protezione Civile e le Politiche del Mare), Fabrizio Curcio (Capo Dipartimento della Protezione Civile), Massimo Sessa (Presidente Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici), Maria Siclari (Direttore Generale ISPRA) e Errico Stravato (Amministratore Delegato SOGESID). I lavori proseguiranno poi con due focus: il primo dedicato a clima e variazioni idrologiche e al conseguente impatto sul rischio dissesto degli eventi estremi; il secondo alle buone prassi per la prevenzione e la mitigazione del rischio.
I lavori pomeridiani saranno aperti dall’intervento di Gilberto Pichetto Fratin (Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica), cui seguiranno altri due focus, l’uno dedicato alle politiche di contrasto al rischio idrogeologico, l’altro alle nuove sfide cui devono far fronte, su questo tema, la formazione e l’aggiornamento professionale dei tecnici interessati. Il dibattito e gli interventi saranno moderati dai giornalisti Paolo Petrecca (mattina) e Simona D’Alessio (pomeriggio).
L’appuntamento è per giovedì 18 aprile, a partire dalle ore 10, presso l’Acquario Romano, Piazza Manfredo Fanti 47, Roma.
In allegato al presente comunicato la locandina dell’evento col programma completo.
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