Statali, settimana di quattro giorni e buoni pasto in smart working.
La bozza del nuovo contratto per le Funzioni centrali. In via sperimentale le amministrazioni potranno distribuire l’orario lavorativo su meno giornate. Domani il tavolo, si va verso la firma.
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Statali, settimana di 4 giorni e buoni pasto in smart working. In arrivo aumenti e arretrati di mille euro.
Dopo il settore privato, anche nel pubblico impiego potrebbe debuttare la settimana lavorativa corta, di quattro giorni.
In via sperimentale, a discrezione delle singole amministrazioni e, soprattutto, a parità di ore lavorate, trentasei in una settimana.
Ma comunque sia si tratta di un piccola rivoluzione. L’indicazione è contenuta nell’ultima bozza del contratto 2022-2024 per le Funzioni centrali, il comparto del pubblico impiego che al suo interno contiene i circa 200 mila dipendenti dei ministeri, delle agenzie fiscali, degli enti pubblici economici come Inps e Inail, oltre ad Agid ed Enac.
Il documento predisposto dall’Aran, l’Agenzia che negozia a nome del governo il rinnovo dei contratti pubblici, sarà discusso domani con i sindacati. E potrebbe trattarsi di una riunione decisiva in vista della firma. Il presidente dell’Aran, Antonio Naddeo, ha aperto a molte delle richieste arrivate dalle principali sigle del pubblico impiego.
La settimana corta era stata una richiesta avanzata da Confsal-Unsa e poi dalla Flp. Quest’ultima aveva premuto anche per il pagamento dei buoni pasto ai lavoratori in smart working, altro principio indicato nella nuova bozza di contratto. Ma di questo sarà necessario discutere anche con il minsitero dell’Economia e delle finanze, per verificare che non ci sia la necessità di coperture economiche. Comunque sia, la misura servirebbe anche ad evitare discriminazioni tra le amministrazioni dello Stato. Già oggi ce ne sono alcune, come la Presidenza del Consiglio dei ministri, che paga i buoni pasto ai dipendenti durante le giornate di lavoro agile, mentre molti ministeri non risconoscono il ticket.
La bozza di contratto che sarà discussa domani con i sindacati, conferma le tabelle con gli aumenti già presentate nelle scorse settimane. Si va da un aumento medio lordo mensile di 121,4 euro per gli assistenti (il gradino più basso dei dipendenti ministeriali), fino ai 193,9 euro di aumento medio lordo mensile per le cosiddette “elevate professionalità”, la categoria di super-funzionari introdotta dall’ultimo contratto di lavoro ma finora mai decollata.
Gli esempi
Per gli operatori (per esempio il personale di sportello), l’aumento medio mensile sarà di 127,70 euro, mentre per i funzionari sarà di 155,10 euro. A tutti saranno riconosciuti arretrati di circa mille euro lordi. Il contratto riapre anche la possibilità, per quelle amministrazioni che ancora non lo hanno fatto, di permettere progressioni verticali, vale a dire avanzamenti di carriera, in deroga ai titoli di studio. Il precedente contratto prevedeva la chiusura della finestra temporale che consentiva le progressioni, alla fine di quest’anno. Resterà aperta fino al 30 giugno del 2026. La vera domanda a questo punto è se davvero domani si potrà arrivare a una firma del contratto. Se questo avverrà, sarà senza Cgil, Uil e Usb, tre sindacati che hanno già detto che non sigleranno l’intesa. Ma Cisl e autonomi potrebbero essere sufficienti a raggiungere il 50% più uno dei consensi.
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