Ue, le pagelle dei commissari
Settimana intensa a Bruxelles, con 20 audizioni di conferma al Parlamento europeo.
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È stata una settimana incredibilmente intensa a Bruxelles, con ben 20 audizioni di conferma al Parlamento europeo, di oltre tre ore ciascuna, dei commissari designati del nuovo Esecutivo di Ursula von der Leyen. Mancano solo i sei vicepresidenti esecutivi, che saranno ascoltati dagli eurodeputati martedì.
Nel complesso, anche in confronto alle esperienze passate, è andata piuttosto bene: a parte il responso, rimasto per ora in sospeso, sull’audizione dell’ungherese Oliver Varhelyi (su cui pesa soprattutto il fatto di essere stato nominato dal governo di ultradestra e antieuropeo di Viktor Orban), gli altri 19 commissari designati sono passati tutti. Non senza un momento di tensione, tuttavia: quando la svedese del Ppe Jessika Roswall (Ambiente, audizione di martedì 5 novembre) e la liberale belga Hadja Lahbib (Preparazione e Gestione delle crisi, audizione di mercoledì 6 novembre), sono state oggetto di una ‘presa di ostaggi politica’, che si è comunque risolta nel giro di poche ore, dopo una riunione dei coordinatori politici delle commissioni parlamentari competenti, e un intervento risolutivo dei capigruppo della maggioranza Ursula (Ppe, Socialisti e Democratici, Liberali di Renew), nel pomeriggio di mercoledì.
Alla fine, Roswall, che effettivamente aveva svolto un’audizione deludente e ripetitiva, dimostrando di non conoscere abbastanza le tematiche del proprio portafoglio, e Lahbib, che invece aveva dato una buona prova, e probabilmente sarebbe passata senza problemi se non fosse stata individuata dal Ppe come ostaggio ideale per piegare Liberali e Socialisti, hanno ottenuto entrambe il via libera dalla maggioranza necessaria (dei due terzi) dei coordinatori dei gruppi politici. Come sono andati gli altri?
Benissimo il danese Jorgensen (Energia, S&D) e il lussemburghese Hansen (Agricoltura); bene l’olandese Hoekstra (Clima e Tassazione, Ppe), lo slovacco Sefcovic (Commercio, non affiliato), l’austriaco Brunner (Interni e Immigrazione, Ppe), il lettone Dombrovskis (Economia e Produttività, Ppe) l’irlandese McGrath (Giustizia e Stato di diritto, Renew), il greco Tzitzikostas (Trasporti e Turismo, Ppe), il polacco Serafin (Bilancio, Ppe). Il caso Varhely. All’ungherese Varhelyi (Salute e Benessere animali), vicino al gruppo di estrema destra Patriots, fondato da Viktor Orban, è stato chiesto di rispondere entro lunedì 11 novembre a una serie di domande scritte supplementari, dopo di che i coordinatori decideranno se dargli il via libera, proporre una nuova audizione, chiederne la bocciatura o modifiche al portafoglio assegnato. Varhelyi, comunque, si è difeso bene durante la sua audizione, non ha mai perso la calma nonostante i continui attacchi di molti eurodeputati, ed è stato criticato più su una questione marginale e controversa, quella del diritto all’aborto, che su punti specifici del proprio portafoglio. Il commissario designato ha ricordato che le leggi sull’aborto sono una competenza nazionale degli Stati membri (vero), e si è quindi rifiutato di impegnarsi a riconoscere e promuovere il diritto all’aborto come uno dei ‘diritti alla salute sessuale e riproduttiva’, secondo la definizione usata nelle convenzioni internazionali contro le discriminazioni di genere.
Hoekstra chiude ai biocarburanti. Da notare che l’olandese Wopke Hoekstra, nella sua audizione come commissario designato al Clima (ruolo che svolge già da un anno nell’attuale Commissione) ha confermato la chiusura dell’Esecutivo comunitario riguardo all’eccezione per i biocarburanti, che è stata chiesta soprattutto dall’Italia, per potere continuare a usarli dopo il 2035, quando tutti i veicoli immessi sul mercato Ue dovranno essere a emissioni zero. ‘I biocarburanti non possono essere parte del mix delle fonti energetiche per conseguire quest’obiettivo, perché sarebbe eccessivamente difficile renderli completamente carbon-free, ha detto Hoekstra. ‘Non posso riaprire questo punto, non posso andare a rivedere gli impegni che abbiamo assunto su come procedere per il settore auto’, ha aggiunto, prevedendo comunque ‘un futuro radioso’ per i biocarburanti ‘in altri settori’.
Dombrovskis riapre al debito comune. Va notata anche, dopo la netta chiusura della settimana scorsa da parte di von der Leyen, una timida riapertura, forse solo tattica, da parte del commissario designato agli Affari economici, l’attuale vicepresidente esecutivo Valdis Dombrovskis, alla possibilità di proporre nuove emissioni di debito comune da parte dell’Ue per obiettivi prioritari comuni concordati dai Ventisette, come d’altra parte prospetta anche Mario Draghi nel suo rapporto sul futuro della competitività europea. Dopo la scadenza del Pnrr, ha osservato Dombrovskis, ‘dovremo vedere come potenziare le capacità d’investimento dell’Ue per le priorità comuni (transizione verde e digitale, competitività, sicurezza e difesa. Questo, ha ricordato, è un lavoro che dovrà fare soprattutto il nuovo commissario Ue designato al Bilancio, il polacco Piotr Serafin. ‘Dovremo trovare come finanziare gli investimenti: attraverso nuove risorse proprie (del bilancio comunitario, ndr) che saranno proposte l’anno prossimo, attraverso contributi più rilevanti da parte degli Stati membri, oppure – ha detto finalmente – attraverso prestiti comuni. Tutto questo sarà discusso nell’ambito del nuovo quadro pluriennale di bilancio. Dombrovskis ha precisato che ‘il primo punto importante è decidere cosa vogliamo finanziare, e, se ci mettiamo d’accordo su questo, per quali importi. A quel punto possiamo discutere su come esattamente finanziarli. E penso – ha concluso – che nessuna opzione sia esclusa.
Von der Leyen il 30 ottobre aveva affermato invece che, quando viene individuato ‘un progetto europeo comune che vogliamo portare avanti insieme’, come ad esempio uno scudo europeo di difesa aerea, i modi per finanziarlo sono solo due: ‘O con contributi nazionali o con nuove risorse proprie’ per il bilancio comunitario. ‘Quindi su uno di questi due elementi dobbiamo decidere come andare avanti’, aveva aggiunto, concludendo che ‘non ci sono altri modi per finanziare progetti futuri’. Che cosa è accaduto in questa settimana per determinare questa riapertura (supponendo che Dombrovskis sia in linea con von der Leyen)? C’entra qualcosa la decisione del cancelliere tedesco Olaf Sholz di licenziare in tronco il suo ministro delle Finanze, il falco liberale Christian Lindner, ferocemente contrario al debito comune europeo?
Ridefinite le competenze per le commissioni su Ambiente e Salute. La riunione di mercoledì dei tre leader politici della maggioranza Ursula (il tedesco Manfred Weber,Ppe, la spagnola Iratxe García Pérez, S&D, e la francese Valéry Hayer, Renew), cha ha chiuso il caso Roswall-Lahbib, ha fornito l’opportunità per risolvere anche un’altra questione rimasta in sospeso: la distribuzione dei compiti tra la ‘vecchia’ commissione Ambiente (Envi), una delle più importanti del Parlamento europeo, e la nuova sottocommissione Salute (Sant), nella ‘zona grigia’ in cui le due aree di competenza di sovrapponevano. Sembra una questione di lana caprina, ma sono decisioni con una grande influenza sull’attività legislativa, e importantissime per le lobby. La Sant (presieduta dal pomacco Adam Jarubas, Ppe) è stata istituita ex novo nel febbraio 2023, soprattutto per volontà del Ppe e proprio per cercare di contrastare e bilanciare l’onnipresente influenza della Envi (presieduta dall’italiano Antonio Decaro, Pd) nel lavoro legislativo del Parlamento europeo, come si è visto in particolare nella scorsa legislatura riguardo al Green Deal. Un passaggio cruciale in questo tentativo di riequilibrio è il passaggio di status della Sant da sottocommissione (sotto l’egida della Envi) a vera e propria commissione autonoma. Il negoziato dietro le quinte ha portato alla decisione che volevano i Socialisti e i Liberali. Alla commissione Envi rimarranno tutte le competenze sanitarie che hanno a che fare con l’ambiente: sicurezza alimentare, pesticidi e sostanze chimiche, qualità dell’aria e dell’acqua; alla Sant andranno le competenze riguardo alla sanità e sistemi sanitari, tabacco, industria farmaceutica e dispositivi medicali.
Askanews
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