Covid: arriva la stretta sulla movida
Nuovi incentivi per lo smart working, quarantena a 10 giorni
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Di fronte all’impennata dei contagi da coronavirus, il Governo lavora a un nuovo Dpcm. Il provvedimento dovrebbe arrivare lunedì 12 o martedì 13 e conterrà una serie di misure restrittive considerate necessarie affinché la situazione non precipiti con pesanti ripercussioni per il sistema sanitario, già messo a dura prova
Al vaglio dell’esecutivo, in queste ore, c’è lo stop al calcetto e a tutti gli sport di contatto a livello amatoriale, ma anche una stretta sulla “movida” con chiusura di bar e ristoranti a mezzanotte – anche se circola l’ipotesi di un ulteriore anticipo alle 23 – e il divieto di sostare davanti ai locali dopo le 21. E ancora, ulteriori restrizioni per le cerimonie (come matrimoni e comunioni per un massimo 30 invitati) e un stop assoluto alle feste private. Come pure la conferma per le aziende a incentivare il ricorso allo smart working. Ecco tutti gli interventi sul tavolo.
Tra le novità esaminate, domenica 11 ottobre, nel corso della riunione tra il premier Giuseppe Conte e i capi delegazione, ci sarebbe la stretta per bar e ristoranti. Il punto di caduta, dopo un acceso confronto tra l’esecutivo e le Regioni, preoccupate dell’impatto economico di nuove limitazioni, dovrebbe essere la chiusura alle 24 anche se circola l’ipotesi di anticipare lo stop alle 23. C’è poi il divieto di sostare davanti ai locali dopo le 21 per evitare il formarsi di assembramenti. Che il governo punta a limitare anche con un ulteriore controllo sulla vendita di alcolici da asporto che potrà avvenire solo fino alle 22.
Tra gli interventi che entreranno con molta probabilità nel prossimo Dpcm, c’è poi il divieto alle partite di calcetto, basket e tutti gli sport di contatto a livello amatoriale. La misura è stata sollecitata più volte dal Comitato tecnico-scientifico che ha consigliato di limitare questo tipo di attività considerate a rischio contagio.
Il governo starebbe inoltre valutando di limitare la partecipazione a eventi sportivi nonché agli spettacoli aperti al pubblico. Attualmente l’asticella è fissata a 1000 persone all’aperto e a 200 al chiuso, ma si starebbe ragionando di far scendere la soglia, rispettivamente a 500 spettatori per manifestazioni sportive all’aperto e ai 100 per gli eventi in luoghi chiusi nei quali sia possibile assicurare la prenotazione e assegnazione preventiva del posto a sedere. Tra gli eventi che potrebbero essere sottoposti a una stretta ci sono anche i congressi: anche su questo fronte, si starebbe lavorando a individuare un numero limite o comunque una percentuale di riempimento.
Il governo punta poi a incentivare lo smart working portandolo al 70-75%: il “lavoro agile” potrebbe essere applicato per tutta la durata dello stato di emergenza (quindi fino al 31 gennaio) dai datori di lavoro a ogni rapporto di lavoro subordinato anche in assenza degli accordi individuali nel rispetto degli articoli 18 e 23 della legge 81 del 2017 che disciplina il lavoro flessibile. Anche la Pa sarebbe interessata: l’esecutivo sta pensando di aumentare il ricorso al lavoro da remoto per la pubblica amministrazione, per ridurre gli spostamenti e i conseguenti rischi di circolazione e contagio da coronavirus: l’idea in questo caso è quella di portare al 70% le attività degli uffici pubblici da svolgere da casa. Da settembre per i dipendenti pubblici era iniziato il rientro e le attività da svolgere in remoto si fermavano al 50% del personale, dove compatibile con il tipo di mansione svolta.
Tra gli interventi in discussione c’è anche la possibilità di ridurre a 10 giorni, invece degli attuali 14, la quarantena fiduciaria per chi entra in contatto diretto con dei positivi. L’obiettivo è quello di alleggerire il confinamento volontario da molti considerato eccessivamente lungo visto anche quello che avviene negli altri Paesi.
Su questa e sulle altre misure verte la riunione convocata d’urgenza per domenica 11 ottobre del Comitato tecnico scientifico (Cts) con il ministro della Salute Roberto Speranza. E, a parte (per ora) il lockdown totale, nessun provvedimento viene escluso a priori, visto l’aggravarsi della situazione. «Bisogna avere la forza di prendere in carico questa fase nuova immediatamente – ha detto Speranza -. Abbiamo un piccolo vantaggio rispetto ad altri Paesi ma non ci si devono fare illusioni e se siamo veloci a capire che c’è un cambio di fase possiamo evitare misure più drastiche». Insomma, rigore ora per non dover chiudere tutto di nuovo, come ha detto il premier Giuseppe Conte alcuni giorni fa.
Altra questione topica i trasporti pubblici: l’80 per cento della capienza, molto superiore a quanto indicato dal Comitato tecnico-scientifico, potrebbe essere ridimensionata come soglia. Mentre potrebbe essere allentata la soglia del 50% prevista attualmente per i treni ad alta velocità.
Per alleggerire la pressione sul sistema sanitario, si valuterà poi l’impiego dei test rapidi al fianco dei tamponi diagnostici, per tentare di diluire le file di ore in auto che si vanno sempre più formando ai drive in delle grandi città. In questo modo, si dovrebbe allentare la richiesta continua di controlli che sta intasando molte Regioni, soprattutto al Sud.
dalla prima ondata del Covid-19.
Da Il Sole 24 Ore
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