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Due auto di scorta per il prof Bassetti

Aveva proposto il lockdown per i non vaccinati

Due auto di scorta per il prof Bassetti

L’infettivologo Matteo Bassetti non ci sta e ribadisce di aver detto una cosa logica: «Sul lockdown per i non vaccinati sono stato insultato e minacciato. Adesso servono due auto di scorta». Così Matteo Bassetti, primario di Malattie infettive all’ospedale San Martino di Genova, dopo le reazioni social a quanto da lui affermato giorni fa all’Adnkronos Salute in merito a un eventuale nuovo lockdown anti-Covid.

«Mi hanno massacrato con insulti e minacce, altro che scorta! Devo averne due di macchine di scorta, adesso – dice Bassetti -. Hanno bersagliato unicamente me accusandomi di istigare all’odio. Ma che istigo all’odio! Io ho semplicemente detto che oggi non parlerei di lockdown perché è prematuro e troppo allarmistico, ma ho detto una cosa logica: se dovrà esserci un lockdown o una restrizione, è evidente che riguarderà chi non è vaccinato», ribadisce il primario di Malattie infettive all’ospedale San Martino di Genova.

«Non è che io dico cose diverse da quello che fanno gli altri – chiarisce Bassetti -. Chi andrà a scuola in presenza nel momento in cui ci sarà circolazione di virus? Ci andrà chi è vaccinato e chi non è vaccinato farà la Dad. Mi pare talmente logico…».

«Mi risulta che ci siano un 25-30% di italiani che non si sono prenotati» per il vaccino. «Io non mi aspettavo di avere un Paese con così tanti no-vax. Avevo predetto che avremmo avuto tante persone che non si sarebbero vaccinate, ma che addirittura rappresentassero un quarto degli italiani no – dice Bassetti -. Non dimentichiamoci che arrivare all’80-85% degli italiani vaccinati vuol dire arrivare a quasi il 90% degli italiani vaccinabili, perché non dimentichiamoci c’è una parte di italiani che non può vaccinarsi».

Come convincerli? «Io credo che il modo migliore per convincere sia quello duro, ma la politica ci metta la faccia perché la verità – afferma l’infettivologo – è che oggi la politica ha una posizione, secondo me tutta, da destra a sinistra, non chiara sui vaccini. Qualcuno ha preso delle posizioni molto chiare, altri sono lì che dicono ‘se non vuoi vaccinarti non vaccinartì, invece – insiste Bassetti – secondo me si deve arrivare a un punto in cui si dice alla gente: ‘non ti vaccini? E allora noi mettiamo il Green pass’. D’altronde, se tu vuoi prendere un aereo oggi come lo prendi? Con il Green pass. Se vuoi andare all’estero come ci vai? Col Green pass. Noi dobbiamo far diventare a livello italiano quello che oggi il Green pass oggi rappresenta al livello europeo: ogni attività deve essere regolamentata dal Green pass. E questo è uno strumento per incentivare chi non si è vaccinato. Noi – analizza Bassetti – abbiamo preso in una prima fase tutti quelli che erano entusiasti di vaccinarsi perché sapevano che la malattia o li ammazzava o li rendeva pesantemente inabili: gli anziani. Poi abbiamo preso gli entusiasti del vaccino, giovani e non, che hanno capito che in qualche modo rappresentava una risposta ai 100mila morti e più che abbiamo avuto in Italia. Poi abbiamo preso i ragazzi delle scuole tra i 12 e 16 anni, che sono stati ovviamente influenzati molto dai loro genitori che gli hanno spiegato che era un bene che si vaccinassero. Adesso gli argomenti sono finiti». «Io dico: torniamo a fare campagne informative, diamoci da fare più di quanto non abbiamo fatto fino ad oggi e probabilmente un altro 3-4% lo recuperiamo però – avverte l’infettivologo – poi arriveremo a quello zoccolo duro che l’unico modo che hai per convincerlo è arrivare a metodi coercitivi. E per coercitivi non intendo l’obbligo, ma arrivando al punto che senza vaccino certe cose non le fai più: al cinema non ci entri, allo stadio non ci entri, a scuola non ci entri ma ti faccio la Dad. Attenzione – chiarisce Bassetti – nessuno toglie diritti a nessuno. Si tratterebbe semplicemente di usare il Green pass, quindi non c’è solo la vaccinazione: c’è anche la pregressa infezione e c’è anche il tampone».

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