È stata lì tutto il tempo.
L'ex vicina di casa incastra Ilaria Salis.
In evidenza
Quel portone lì. Quella scala. Poi l’altro appartamento. Ilaria Salis rivendica le occupazioni abusive di immobili, sostiene che i 90mila euro richiesti da Aler siano esagerati, perché riguarderebbero una “presunta occupazione” basandosi “esclusivamente sul fatto che nel 2008 sono stata trovata al suo interno” sebbene “nei successivi sedici anni non siamo mai stati svolti ulteriori controlli per verificare la mia permanenza”. Non ci sono al momento procedimenti penali o civili a suo carico, anche se Regione Lombardia ha impegnato Aler a recuperare il credito anche pignorando lo stipendio da Europarlamentare. Eppure, controlli o meno degli ispettori, gli ex vicini di casa di Ilaria la ricordano eccome nell’immobile di via Giosuè Borsi 14 a Milano. E non solo nel 2008.
Concetta, storica residente del quartiere, ha accompagnato l’inviato di Quarta Repubblica nel palazzo in zona navigli in cui ha abitato l’attuale esponente di Alleanza Verdi e Sinistra. L’ex vicina spiega che in quello stabile la Salis avrebbe abitato in due diversi appartamenti in due scale differenti: uno al secondo piano della Scala E e poi al piano terra nella scala A. “Lei era qui già quando sono arrivata io nel 2010”, racconta, e nella seconda casa “è stata per tutto il tempo direi”. E Concetta non è l’unica a ricordarla. Un’altra inquilina conferma: “Sì me la ricordo, abitava qui sopra”. “Un conto è essere in ritardo con gli affitti – spiega Concetta – un’altra è che tu, scientemente, tra l’altro pur essendo di famiglia benestante, mi vai ad occupare una casa”.
Il tutto, peraltro, si colora di giallo. Secondo quanto raccontato da Stasera Italia, infatti, Ilaria sarebbe residente in un garbato contesto di Corsico, zona sud-occidentale della città. Una residente sostiene che qui la Salis sia arrivata “sette anni fa, otto a dir tanto”. Quindi intorno al 2016 o 2017 anche se in via Borsi la ricordano almeno fino allo scoppio della pandemia. Forse anche dopo, fino all’arresto in Ungheria:”A gennaio o febbraio 2023 l’ho vista che andava a buttare la spazzatura. Poi più nulla”, il racconto a Libero di una vicina.
Non che la sua occupazione sia un unicum. Nello stabile di via Borsi, secondo alcuni degli abitanti, sarebbero circa l’80% gli abusivi. Magari un po’ meno. Ma censirli è quasi impossibili. Aler fa quel che può: uno degli appartamenti sgomberati, ad esempio, è stato chiuso con una porta blindata con un allarme collegato direttamente con la polizia. Mentre negli anni scorsi agli inquilini regolari era arrivata una lettera chiedendo loro di portare dietro il contratto di affitto quando escono di casa altrimenti la polizia nulla può contro il rischio che l’appartamento venga sottratto. “C’è gente che non è più rientrata per anni”, racconta Concetta.
A fomentare le occupazioni abusive sono i Movimenti per la casa e i centri sociali, di cui Ilaria Salis è stata militante. Lei stessa ha rivendicato di averne fatto parte e di aver occupato immobili in nome di un presunto “diritto all’abitare”. “Occupare è giusto”, si legge sui muri dei quartieri popolari. “La casa è di chi l’abita”, non del proprietario legittimo. “No agli sfratti”.
Altre Notizie della sezione
Le nuove rotte dell’immigrazione
22 Novembre 2024Negli ultimi dieci anni il numero degli atenei in Italia è aumentato così come il ventaglio dei corsi di laurea disponibili. Tendenza che ha favorito lo spostamento di ragazzi e ragazze da una città all’altra. Le regioni di destinazione sono prevalentemente posizionate nel centro nord, aree che attraggono anche un numero crescente di studenti provenienti dall’estero. L’analisi dell’Osservatorio libere professioni.
Documenti classificati ai servizi segreti russi, telecamere nascoste nei taxi
21 Novembre 2024Per la Procura si prestavano a reperire fotografie di installazioni militari e informazioni su tecnici specializzati nel campo dei droni e della sicurezza elettronica.
Toghe e politica, scontro finale per l’egemonia.
20 Novembre 2024Siamo al compimento di una guerra iniziata trent’anni fa con Tangentopoli. E la posta in gioco è enorme: il ripristino di un equilibrio che forse non c’è mai stato.