Gli studenti contro il ddl voto in condotta
Martelli (UdS): "Ulteriore strumento repressivo soprattutto considerando l’ampia discrezionalità di questa valutazione"
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C’era da aspettarselo. Agli studenti non piace la possibilità di bocciare o rimandare per violazioni del regolamento. La norma sostengono, rende ora il voto in condotta qualcosa che può essere usato come ulteriore strumento repressivo nelle nostre scuole, soprattutto considerando l’ampia discrezionalità di questa valutazione.
Una delle criticità infatti è nella volontà, affermata dallo stesso ministro, di imprimere una svolta autoritaria nel sistema d’istruzione, e questo verrà fatto nel concreto limitando la possibilità degli studenti di manifestare dissenso in quanto ciò potrebbe incidere sulla loro valutazione finale.
“Crediamo che nella scuola bisogni piuttosto immaginare nuovi strumenti didattici e valutativi che scardinino la gerarchia tra insegnante e studente per creare un clima di maggiore serenità e confronto e per renderci partecipi del processo valutativo e restituendoci un reale feedback” continua Francesco Valentini, responsabile della comunicazione dell’Uds.
“Pensiamo che ogni forma di punizione, soprattutto quelle che implicano un allontanamento dalla comunità scolastica, non rappresentino una misura formativa, ma anzi che vadano a creare l’effetto opposto, discriminando sempre chi evidentemente vive già una condizione di malessere e che quindi necessiterebbe di un percorso che passi attraverso la collettività, non l’esclusione” conclude Martelli.
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