I No Barbecue, gli amici degli ecocretini, A Bologna il Pd dà la caccia a chi griglia la salamella.
La rete dei cattivi maestri che coccola gli ecovandali di Ultima Generazione.
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Pasquale Tridico, il capoccia dell’Inps, che torna a teorizzare sugli immigrati che ci pagano le pensioni. Elly Schlein che mette in piedi una conferenza stampa per non dire nulla se non i soliti slogan contro il governo. Giuseppe Conte in ritardo alla manifestazione organizzata dai Cinque Stelle. Il tutto condito dalla rissa continua tra le opposizioni, dall’affaire Giletti alla cattura dell’orsa Jj4 e, soprattutto, allo psicodramma generalizzato per le parole del ministro Francesco Lollobrigida che, parlando di culle vuote e immigrazione, ha paventato la “sostituzione etnica”. Una settimana al cardiopalma, insomma. E non siamo ancora in zona 25 aprile. Ogni anno la caccia alle streghe della solita sinistra ideologizzata: ne vedremo delle belle!
Ma veniamo al podio dei peggiori e partiamo con un’idea stellare dell’amministrazione dem capitanata dal sindaco Matteo Lepore. Quei geni hanno deciso di vietare ai bolognesi di fare il barbecue nei giorni in cui i valori delle polveri sottili superano i limiti. E non è mica una boutade. Fanno sul serio: un trentenne si è già beccato 200 euro di multa per aver acceso la griglia nel proprio giardino. Tutta la nostra solidarietà al giovane e il terzo posto a Lepore e ai suoi non glielo leva nessuno.
Al secondo posto, invece, troviamo gli amichetti degli eco vandali. I soliti cattivi maestri che fomentano i violenti. In prima linea c’è Erri De luca. Ricordate quando, a proposito dei violenti No Tav, diceva: “Il sabotaggio della linea dell’Alta velocità è legittimo”? Ebbene, adesso si è messo a sostenere i fondamentalisti green che se ne vanno a zonzo per il Paese a imbrattare le opere d’arte. “Dodici militanti ecologisti di Ultima Generazione incriminati da Procura di Padova: associazione a delinquere – ha twittato giorni fa – per condivisione di ragioni e reati mi propongo come tredicesimo”. E non è l’unico a stare dalla loro parte. C’è pure Tomaso Montanari, rettore dell’Università per stranieri di Siena. Pensate è arrivato a dire che imbrattare le statue non è un problema. “Sono molto favorevole – ha detto – il pericolo per il patrimonio culturale non è la vernice lavabile, è il cambiamento climatico. Questi ragazzi – ha poi concluso – colpiscono il bersaglio con molta intelligenza”. Per fortuna è uno storico dell’arte… viene da ridere!
Ma da ridere c’è davvero poco. Al primo posto troviamo, infatti, Marco Travaglio, Natangelo e tutta la combriccola del Fatto Quotidiano. Credevano forse di far ridere con l’ultima vignetta? Difficile pensarlo. Perché quello scarabocchio sbattuto in prima pagina giovedì mattina per colpire Lollobrigida è a dir poco indecente. “Non posso passare il mio tempo a spiegare le battute a chi non le capisce”, ha replicato Travaglio piccato dall’indignazione bipartisan che lo ha travolto. Il punto è che il direttore del Fatto non può assolutamente trincerarsi dietro il diritto di satira: quando si tirano in ballo i famigliari in quel modo, si supera il limite della decenza.
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