Il trasporto a Roma, e sulle vetture affollate già spariti gli adesivi per il distanziamento
Gli adesivi incollati dall'Atac sui sedili allo scadere del confinamento per garantire il distanziamento tra i passeggeri sono stati vandalizzati a bordo di quasi tutte le vetture
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Il sole inizia a scaldare l’asfalto sconnesso in piazza dei Cinquecento quando l’autista del 64 affonda il piede sul freno. Il bisonte di lamiera per un attimo sembra volersi inclinare su un fianco. La folla ondeggia, serra i pugni sui corrimano. Uno sbuffo di pressione annuncia l’apertura delle porte. Oltre i finestrini s’intravedono i volumi moderni della stazione Termini. L’autobus vomita sul piazzale una settantina di passeggeri stremati.
Le mascherine trattengono i sospiri nervosi, le parole meno gentili. Perché il numero dei contagi è in risalita, il virus torna a far paura, ” ma questi ci fanno viaggiare come bestie”. Il passo s’allunga verso le porte a vetri della stazione più per rabbia che per fretta. ” C’è da tremare, quest’autobus era stracolmo anche alle 7.30 del mattino e non c’è anima viva che controlli – osserva Roberto Gargiulo, 50 anni, insegnante alle scuole elementari dell’istituto comprensivo Visconti, in via della Palombella a quattro passi dal Pantheon – sul treno la situazione è tranquilla, ma sui mezzi pubblici è il caos, cosa succederà dal 14 quando riapriranno le scuole? “.
Già oggi ” le liti tra passeggeri si moltiplicano – denuncia il segretario della Filt Cgil di Roma e Lazio Daniele Fuligni – gli autisti sono soli. Mi domando perché nessuno abbia voluto avviare uno studio per istituire un servizio integrativo con le navette in previsione dell’inizio dell’anno scolastico. In Campania lo stanno facendo. Servirebbe a decongestionare le linee più frequentate ” . Come il 64 che da Termini conduce a San Pietro, il 714 ( Termini- Palazzo dello sport) per l’ospedale San Giovanni o il 38, che serve il centro commerciale Porte di Roma.
Gli adesivi incollati dall’Atac sui sedili allo scadere del confinamento per garantire il distanziamento tra i passeggeri sono stati vandalizzati a bordo di quasi tutte le vetture. “Mancano i controlli – fa notare Michele Frullo di Usb – anche se l’autobus è pieno il conducente non può saltare le fermate. Chi paga il biglietto ha il diritto di salire, non è compito dell’autista garantire il distanziamento sociale, non ne ha l’autorità”.
Dopo l’approvazione delle linee guida nella conferenza Stato-Regioni che consentono il riempimento dei mezzi fino all’80 per cento della capienza massima, si attende la firma dell’ordinanza regionale che declinerà la misura su scala territoriale ( l’orientamento sembrerebbe quello di mantenere la capienza attuale, del 60 per cento). Intanto gli adesivi sui sedili sono stati rimossi, strappati, o imbrattati e anche dove resistono nessuno sembra farci più caso.
Si viaggia stipati sul 714. Sara, una libera professionista 57enne, si sfoga. ” Sono le 12.10 e sto ancora qui pigiata – dice mentre il bus sfila davanti al Brancaccio – abito a Termini, ho aspettato 20 minuti in piazza dei Cinquecento, l’autobus prima ha saltato la corsa per rientrare in deposito. Avevo appuntamento con il medico, al San Giovanni, alle 12″. I posti a sedere sono tutti occupati. A Milano “hanno messo i bollini blu in terra lungo i corridoi per indicare i posti in piedi ” , racconta Anna Costantino, una libera professionista 45enne, appena arrivata in città.
E invece nella capitale d’Italia la misura è stata limitata alle banchine della metro, che negli orari di punta sono stracolme ( vedi la linea A tra Flaminio e San Giovanni). Sui tram che coprono le periferie lo scenario è peggiore.
La riapertura delle scuole fa tremare i polsi ai forzati del trasporto pubblico. ” Bisogna puntare sui bus privati per integrare il servizio ” , ripete Frullo. Il presidente della cooperativa dei taxi 3570 Loreno Bittarelli muove una proposta all’amministrazione: ” Solo noi abbiamo 3.700 auto, si impieghino i taxi, a un canone concordato, per accompagnare i ragazzi a scuola”. Il presidente della commissione comunale Mobilità Enrico Stefàno non è contrario: ” L’idea è condivisibile, ma non di facile attuazione. Abbiamo implementato l’offerta di mezzi di alternativi, il monopattino per l’utenza giovane può essere una soluzione”.
© Fornito da La Repubblica
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