Ilaria Salis ora “trema” più che mai per la sua immunità.
Sembrano poter essere ore molto importanti per Ilaria Salis e la sua immunità parlamentare.
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Infatti, dopo la richiesta di revoca da parte dell’Ungheria, l’eurodeputata con Avs è stata attenzionata dalla Commissione che nelle scorse settimane ha dato via all’iter per giudicare il caso. Una situazione per la quale la Salis attende una risposta a seguito della deposizione fornita davanti alla commissione Affari Giuridici.
La decisione su Adam Bielan
Sebbene non vi siano state indicazioni sulle tempistiche relative alla decisione della Commissione sulla Salis, un piccolo indizio che potrebbe far “tremare” l’italiana è arrivato in queste ore. Infatti, il Parlamento Ue ha revocato l’immunità al polacco Adam Bielan, che milita in Ecr, dunque agli antipodi rispetto a The Left, il gruppo in cui è stata la Salis con Avs.
La richiesta di revoca per Bielan, al pari di quella della Salis presentata dall’Ungheria, è stata sottoposta alla commissione affari giuridici del Parlamento Ue e la decisione presa per l’uomo potrebbe fornire un precedente anche per l’italiana.
La relazione finale della Commissione è impietosa, dal momento che stabilisce un principio inequivocabile: l’immunità di un deputato europeo deve riguardare solo fatti attinenti allo svolgimento del suo mandato.
Ecco quanto si legge: «Considerando che l’immunità parlamentare è intesa a proteggere il Parlamento e i deputati che lo compongono da procedimenti penali relativi ad attività svolte nell’esercizio del mandato parlamentare e che non possono essere disgiunte da tale mandato». Motivo per cui, nel caso in questione, «il Parlamento non ha potuto constatare l’esistenza di fumus persecutionis, cioè elementi di fatto che indichino che le azioni giudiziarie in questione siano state intentate al fine di danneggiare l’attività politica del deputato in quanto membro del Parlamento europeo». Mutatis mutandis, questo aspetto non si rileva nemmeno nel caso della Salis, che è finita a processo – il tribunale di Budapest le contesta lesioni aggravate ai danni di due neonazisti durante una manifestazione di due anni fa nella capitale ungherese – ben prima che fosse eletta a Bruxelles.
Anzi, l’attivista del movimento per la casa è stata candidata da Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli proprio per sottrarla al carcere dove era detenuta. Le accuse a Salis, infatti, nulla hanno a che vedere con il suo ruolo da europarlamentare, ma riguardano una fase della sua vita antecedente, dove era molto attiva nelle iniziative promosse dal gruppo di attivisti dei centri sociali di cui faceva parte. Lo scorso martedì, 11 marzo, la plenaria di Strasburgo ha votato la revoca dell’immunità formulata dalla commissione Juri. La richiesta è passata a maggioranza con voto per alzata di mano. Un precedente a cui Salis starà sicuramente guardando. Per il suo caso, la commissione Juri, su impulso dei deputati Socialisti, ha chiesto un ulteriore supplemento di informazioni alla procura ungherese. Poi, prenderà una decisione e la sottoporrà all’assemblea plenaria. Così come è accaduto per il polacco Bielan.
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