La corsa al treno degli ex onorevoli (con il M5S in prima fila)
La spesa per i carnet da dieci viaggi aumentata di tredici volte nel giro di sei mesi
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Una corsa al treno: la si potrebbe definire così. Anche se l’espressione è da leggere in modo un po’ meno empirico, un po’ più teorico. Protagonisti di questa corsa sono diversi ex onorevoli (in primis M5S o ex M5S) che negli ultimi mesi del governo Draghi hanno fatto richiesta di diversi carnet da 10 biglietti per i viaggi ad alata velocità. I parlamentari, tra i privilegi di cui godono, hanno le corse gratuite sui treni appunto. Di solito, però, si muovono con biglietti semplici, senza richiedere il carnet.
La dimostrazione che i carnet non fossero proprio la prima scelta dei parlamentari arriva dai dati. Come racconta Il Foglio, a marzo erano stati venduti carnet per 3.756 euro (pari 7 % della spesa mensile totale per i treni). Nei mesi successivi la spesa si impenna. Con la crisi di governo, a luglio – le dimissioni di Draghi cadono il 20 – l’importo speso per i carnet sale a 11.979,5. Ad agosto 10.168, a settembre 9.631 . Il vero boom di richieste di carnet, però, si registra ad ottobre : biglietti per 50.740,5 euro. Praticamente tredici volte tanto rispetto alla primavera, quando il governo era saldo. Numeri un po’insoliti con le Politiche già superate e i parlamentari non rieletti pronti a d abbandonare i palazzi romani. Viene il sospetto che c’è chi abbia pensato di fare «scorta» di biglietti.
La faccenda ha sollevato la curiosità degli uffici della Camera che hanno indagato davanti al boom delle richieste. Così il 13 ottobre, quando si è insediato il nuovo Parlamento, hanno fatto in modo che i carnet non fossero più validi. Privilegio decaduto insieme al titolo di onorevole.
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