La forma di governo va messa in discussione
Il presidente della Corte costituzionale, Augusto Barbera, per una modifica della Carta: "Siamo rimasti l'unico Paese ad avere due Camere che hanno gli stessi poteri".
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“La forma di governo non solo può essere messa in discussione, anzi mi sento di dire che deve essere messa in discussione: è ora di superare un sistema ereditato dalla Guerra fredda, fatto apposta per non permettere ai vincitori delle elezioni di governare”. Lo spiega Augusto Barbera, presidente della Corte costituzionale, in un’intervista a Il Sole 24 Ore in cui parla della riforma del premierato messa in campo dal governo che ora, dopo un primo sì del Senato, è in procinto di essere esaminata dalla Camera.
“Da decenni si sa che ci sono dei limiti della forma di governo che vanno superati. E sono i limiti posti dalla Costituente stessa”, sottolinea aggiungendo a questo anche il bicameralismo paritario. “Siamo rimasti l’unico Paese ad avere due Camere che hanno gli stessi poteri. E allora perché ora non porre mano al bicameralismo”. Nel mirino dei critici del premierato messo a punto dal governo Meloni c’è soprattutto il potere di scioglimento delle Camere in capo al premier, che svuoterebbe il ruolo del Capo dello Stato e renderebbe ‘schiavo’ il Parlamento. “Posso limitarmi a ricordare che, a certe condizioni, il potere del Primo Ministro di provocare il ricorso anticipato alle urne è presente in tutte le forme di governo parlamentari”, dice.
“Si dice spesso che non c’è bisogno di cambiare la forma di governo perché il presidente del Consiglio può adottare i decreti leggi, mettere la fiducia, lavorare sui maxiemendamenti – conclude -. Le altre democrazie europee non conoscono né decreti legge, né questioni di fiducia, né maxiemendamenti, anche perché il Primo Ministro ha due decisivi poteri: controlla l’agenda del Parlamento richiedendo il voto a data certa di provvedimenti governativi urgenti, può porre il veto ad emendamenti parlamentari che aumentino la spesa o diminuiscano l’entrata”.
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