Anno: XXVI - Numero 21    
Giovedì 30 Gennaio 2025 ore 13:45
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L'Italia non esce dall'Oms, anzi si rafforza.

Schillaci spegne il sogno americano della Lega.

L'Italia non esce dall'Oms, anzi si rafforza.

Non è dello stesso avviso il ministro della Salute. Schillaci ha anche voluto fare chiarezza sui contributi economici, smentendo di fatto i calcoli del vicepremier Salvini, che parlava di “100 milioni di euro che l’Italia versa ogni anno”

La speranza della Lega di abbandonare l’Organizzazione Mondiale della Sanità, sulla scia di quanto fatto negli Stati Uniti da Donald Trump, è durata meno di una settimana. A risvegliare Claudio Borghi e Alberto Bagnai dal loro “sogno americano” ci ha pensato il ministro della Salute, Orazio Schillaci, intervenuto alla Camera durante il question time. “L’uscita dall’Oms non è contemplata dal programma di governo”, ha fin da subito messo in chiaro il ministro. Al contrario, la sua intenzione è quella di “rafforzare il ruolo dell’Italia nei consessi nazionali, perché isolarsi non rappresenta una strada percorribile per affrontare le complesse sfide sanitarie globali del nostro tempo”. La pandemia da Covid-19, del resto, ha insegnato l’importanza della collaborazione tra Paesi per affrontare situazioni di emergenza. Ben vengano, quindi, dibattiti sull’utilizzo delle risorse destinate all’Oms, ma l’abbandono dell’organizzazione è fuori discussione.

Solo la scorsa settimana, i due senatori leghisti Borghi e Bagnai avevano depositato in grande stile la loro proposta di legge per abbandonare l’Oms, definita “un carrozzone controllato da Bill Gates”. Interpellato sul tema da Huffpost, il segretario Matteo Salvini aveva manifestato il suo sostegno per quella che aveva riconosciuto come “un’iniziativa di partito”, nonché “la cosa giusta da fare”.  Di diverso avviso, però, è il ministro della Salute, che ha peraltro ricordato che l’uscita da un’organizzazione internazionale come l’Oms “riguarda prettamente la politica estera della nazione e quindi coinvolge l’intero governo e il Parlamento”.

Schillaci ha anche voluto fare chiarezza sui contributi economici, smentendo di fatto i calcoli del vicepremier Salvini, che parlava di “100 milioni di euro che l’Italia versa ogni anno all’Oms”. In realtà, il contributo obbligatorio nel 2024 è stato pari a circa 18 milioni di dollari, a cui si è aggiunto un versamento volontario di 7,8 milioni di dollari “per finanziare le priorità del programma di lavoro come approvato dall’Assemblea mondiale della sanità, a cui l’Italia partecipa”. Sommando le due voci, la spesa reale non arriva nemmeno a un quarto della “stima” leghista, tanto che l’Italia si colloca appena al 19esimo posto tra le nazioni dell’organizzazione.

“Credo sia legittimo e costruttivo un dibattito che miri ad analizzare criticamente il ruolo dell’Oms”, ha comunque tenuto a precisare il ministro per evitare lo scontro diretto con gli alleati leghisti. “È nostro dovere assicurare che ogni euro destinato alla salute globale sia impiegato nel modo più efficace possibile. Anche i leader internazionali che hanno espresso posizioni critiche con l’Oms, come il presidente Trump, hanno messo in discussione principalmente l’allocazione risorse, le modalità operative dell’organizzazione e non il principio fondamentale della necessità di una governance globale della salute”. Ciononostante, la strada che ha in mente Schillaci resta del tutto opposta a quella intrapresa dagli Stati Uniti. “È intenzione del ministero della Salute rafforzare il ruolo dell’Italia all’interno dell’Oms per orientare le future scelte strategiche di politica sanitaria nell’interesse della nostra nazione e dei nostri cittadini”, ha sottolineato.

La presa di posizione del ministro non è comunque bastata per frenare le polemiche dell’opposizione. Secondo il capogruppo di Azione, Matteo Richetti, proposte come quella della Lega non vanno sottovalutate perché contribuiscono a creare un clima di sfiducia nelle istituzioni e nella scienza. Esemplare in questo senso è la recente decisione di un giudice di pace di Alessandria, che ha condannato il governo a risarcire simbolicamente con 10 euro chi ricorreva contro le misure adottate durante il periodo pandemico. La motivazione si basava sul fatto che “i politici in questione hanno fatto capire che le multe furono una forzatura, che nella normativa emergenziale ci sono stati errori in buona fede ma forse anche in malafede, che la gestione di quel periodo è stata obiettivamente sbagliata, che era legittimo il timore del vaccino posto che alcuni vaccini hanno causato dei morti”. Secondo Richetti, accusare l’organizzazione deputata ad affrontare le emergenze sanitarie globali di essere “un centro di potere sovranazionale che va a braccetto con le multinazionali del farmaco” rischia di peggiorare ulteriormente la situazione. “A usare le parole in libertà si finisce male”, ha concluso Richetti, “perché si instilla nel Paese una convinzione profonda”.

Di Matteo Negri  su Huffpost

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