L'ultima truffa col reddito di cittadinanza
Lo Stato truffato per oltre mezzo milione di euro
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Da oltre un anno e mezzo percepivano il reddito di cittadinanza senza averne diritto. Oggi il comando provinciale carabinieri di Brescia, in stretta collaborazione con la Direzione Provinciale dell’Inps di Brescia e il Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Brescia, a conclusione di approfonditi controlli, ha denunciato in stato di libertà 89 persone, ritenute responsabili di aver dichiarato il falso nella documentazione utilizzata per richiedere il reddito di cittadinanza.
Le indagini dei militari dell’arma hanno consentito di confermare l’indebita percezione del reddito con i denunciati che non hanno riferito di essere sottoposti a misure cautelari personali, di essere proprietari di autoveicoli, di percepire un reddito da lavoro dipendente con regolare contratto a tempo determinato. Alcuni avevano dichiarato falsamente di essere stati residenti in Italia per almeno 10 anni in maniera continuativa, altri risultavano irreperibili da tempo sul territorio nazionale. Altri ancora avevano presentavano modelli ISEE attestanti informazioni non vere in relazione alla situazione reddituale e patrimoniale.
La cifra complessiva percepita illecitamente ammonta a circa 500mila euro. I carabinieri hanno immediatamente avviato la procedura per sospendere l’erogazione dei benefici mentre, in collaborazione con la Direzione Provinciale dell’Inps di Brescia e il Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Brescia, sono ancora in corso approfondimenti sulla posizioni di circa 1000 persone.
“Il reddito di cittadinanza fa notizia solo per le continue truffe e abusi. Usiamo le risorse disponibili per il lavoro di cittadinanza così come indicato dal ministro Giorgetti”, così l’europarlamentare della Lega Angelo Ciocca. Stessa linea per Viviana Beccalossi, presidente del Gruppo Misto nel consiglio regionale della Lombardia. “Mi chiedo cosa si aspetti – ha detto Viviana Beccalossi- per porre rimedio a un sistema che in questi anni ha permesso abusi di ogni tipo“.
La maxi inchiesta bresciana, che segue di pochi giorni quella portata a termine dalla Procura di Perugia che ha recuperato 186 mila euro, non è finita. Nel mirino di carabinieri e magistrati, infatti, ci sarebbero almeno altre mille persone che non avrebbero dichiarato la verità nelle autocertificazioni. I controlli incrociati, che arrivano anche all’estero, nelle prossime settimane potrebbero portare alla luce una delle più estese truffe i danni dello Stato messe a segno da quelli che nelle Procure di tutta Italia sono stati già ribattezzati “i furbetti del reddito di cittadinanza“.
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