Non si risparmi sui tamponi
Il San Camillo diventi ospedale sicuro
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L’Azienda è partita con notevole ritardo nello screening del personale attraverso i test diagnostici per Covid-19, tuttavia, dopo aver inizialmente respinto l’invito formulato dall’Anaao per attivare anche nei nostri laboratori tali test, avendo accumulato un colpevole ritardo, nonostante l’impegno profuso dalla stessa segreteria per veicolare sul nostro ospedale anche delle donazioni di privati, sta ancora opponendo troppi vincoli e sta procedendo con troppa lentezza sia nello screening del personale, sia nello screening dei pazienti. La Direzione aziendale dovrebbe preoccuparsi che molto presto l’ospedale si troverà a dover gestire tutto l’elevato numero di pazienti rimasti a casa per il timore di essere contagiati, perché l’ospedale, in mancanza di screening all’ingresso e controllo capillare del personale, non offre garanzie di percorsi sicuri. Assurdo che non sia ancora stata appresa la pesante lezione di quanto costa l’ottusa politica dei risparmi. Che almeno su questo fronte non si ripetano gli errori fatti con i dpi. L’attuale politica di “risparmio”, già da noi fortemente criticata sul fronte dell’acquisizione di personale e di beni strumentali, non trova alcuna giustificazione sul fronte della sicurezza. L’Anaao Assomed aziendale pertanto chiede di estendere e mantenere il controllo sia con tamponi che con test sierologici per tutto il personale e per i pazienti afferenti, per raggiungere l’obiettivo di “ospedale sicuro” per operatori e pazienti ed essere pronti ad una rapida ripresa dell’attività istituzionale. Stiamo chiedendo null’altro di quanto è invece obbligatorio per ogni luogo di lavoro (non sanitario!) per la ripresa delle attività. L’Anaao Assomed aziendale attende un riscontro a questa ed alle precedenti note. In caso di persistente silenzio da parte dell’Azienda sarà costretta ad invocare il ricorso all’art. 28 legge 300/70 per comportamento antisindacale.
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