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Parcheggiatori abusivi a Roma, dalla Farnesina all’Eur: 700 strade per il racket.

Il report dei vigili: a gestire gli affari sono italiani, africani, bengalesi e romeni

Parcheggiatori abusivi a Roma, dalla Farnesina all’Eur: 700 strade per il racket.

 

Gestiscono le piazze con turni, tariffari e aree subaffittate. Resta, quello dei parcheggiatori abusivi nella Capitale, un mondo sommerso. Segnalazioni e reclami arrivano da ogni quadrante della città: da lungotevere dei Tebaldi a lungotevere Tor di Nona, via Cavour, piazza Orazio Giustiniani e piazzale Clodio. Addirittura anche in via della Consolazione, a pochi metri dagli uffici centrali della polizia Municipale.

Secondo l’ultimo monitoraggio dei caschi bianchi sono almeno 700 le aree da bollino rosso. I municipi dove il fenomeno è più concentrato sono il primo, sesto, nono e decimo (nei mesi estivi). Ma è una mappa difficile da disegnare perché gli abusivi ruotano, si spostano di zona in zona a seconda degli orari. Ecco dunque che nelle ore mattutine fino al primo pomeriggio, a coppie si appostano nelle zone degli uffici, dei tribunali e degli ospedali. Per poi spostarsi in concomitanza di eventi sportivi e concerti tra lo stadio Olimpico, l’Auditorium o il Palalottomatica. Quadranti serviti da parcheggi a pagamento e ai romani non resta che pagare una doppia tassa. Perché, per chi non salda, è pronta la ritorsione: vetri rotti e carrozzeria danneggiata. Un fenomeno che era quasi sparito, ovviamente, all’epoca del lockdown o quando le restrizioni anti-Covid erano più pressanti. Ma che al primo allentamento è tornato più molesto che mai. Tanto che nei primi sei mesi dello scorso anno, era stato necessario alzare il livello dei controlli della Municipale e attivare una task force ad hoc. Nell’ultimo anno la media è stata di 2mila interventi a trimestre contro gli illegali dei parcheggi.

Tra gli abusivi ci sono italiani, stranieri del Bangladesh, rumeni, nordafricani e peruviani che “affittano” le piazze fino a 20 euro al giorno. Secondo l’ultimo rapporto della polizia Locale, a gestire le piazze principali sarebbero almeno due diverse organizzazioni che, a loro volta, “subappaltano” il lavoro a italiani senza fissa dimora, stranieri del Bangladesh e peruviani. Un giro d’affari d’oro quello del racket dei parcheggi: «Non obbligo nessuno a darmi niente, sono offerte», precisa subito l’abusivo che staziona tra i parcheggi di viale Beethoven all’Eur. La mattinata di lavoro in questa zona della città affollatissima di impiegati inizia tra le 7 e le 8 del mattino. È un italiano, un napoletano da tempo residente a Roma, che si impegna a dare indicazioni su dove parcheggiare per poi avvicinarsi a riscuotere. Ma, come precisa: «Lavoro solo qui e ormai ho una clientela fissa. Quando i parcheggi sono finiti, alcuni mi lasciano anche le chiavi dell’auto per spostarla». Per poi chiarire: «È un servizio aggiuntivo che mi pagano a parte». La mappa degli illegali impiegati nelle ore diurne si allarga. Un copione che si ripete sul lungotevere dei Tebaldi dove, non appena un’auto rallenta, gli abusivi si sporgono per indirizzare l’automobilista. Qui si lavora in coppia e a fine turno, intorno alle 15, l’incasso è tra i 40 e i 50 euro. Lo stesso, sul lungotevere Tor di Nona e ancora a piazzale Clodio.

La mappa dei parcheggiatori abusivi cambia ancora nelle ore notturne e si concentrano nelle zone della movida. Da Trastevere a Testaccio fino all’obelisco dell’Eur, si appostano nei pressi dei locali e delle discoteche. Anche in questo caso, ai giovanissimi, non resta che pagare la “tassa” per avere la certezza di non subire danni o ritorsioni. E nelle ore notturne il volume d’affari aumenta esponenzialmente: «Qui si lavora dalle 22 alle tre del mattino e quando va bene, incasso fino a 80 euro» ammette l’abusivo in servizio sulla piazza che affaccia sul lungotevere Testaccio. «Ci sono i varchi accesi nel fine settimana» spiega l’illegale che si divide tra Testaccio e Trastevere tra il venerdì e la domenica sera: «Quindi il parcheggio è solo all’esterno del quartiere e i ragazzi non hanno molte alternative. Però ci sono anche i controlli e quando vedi i lampeggianti dei vigili che si avvicinano, so che la serata è finita. Un rischio del mestiere» conclude ironico.

 

 

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