Regionali Abruzzo, il Pd abbandona il M5S.
Nella notte pescarese la sconfitta incrina le prove di combinata tra i partiti di Elly Schlein e Giuseppe Conte.
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Il campo larghissimo non passa la bufera di Campo Felice. Il centrosinistra perde in Abruzzo e l’aria fredda dell’altopiano carsico dove sorge l’omonima stazione sciistica sferza l’alleanza tra Pd e Movimento 5 stelle. Nella notte pescarese la sconfitta incrina le prove di combinata tra i partiti di Elly Schlein e Giuseppe Conte. Il Pd diserta il comitato di Luciano D’Amico, dove a parlare sotto la nevicata di voti per il centrodestra ci sono solo gli esponenti dei Cinquestelle. “Ci hanno lasciati soli a prendere le coltellate…”, bofonchia intorno alle 2 Gianluca Castaldi, ex senatore e oggi coordinatore del Movimento in Abruzzo. C’è poco da sorridere in piazza Unione. A urne appena chiuse, intorno alle 23, si forma una piccola folla di in strada per seguire lo spoglio. Guardano curiosi attraverso le vetrate del comitato il maxi schermo su cui iniziano ad apparire i primi exit poll. Spunta Giovanni Legnini, che cinque anni fa perse contro Marco Marsilio. Si guarda intorno, annusa l’aria di sconfitta e scompare dopo una manciata di minuti. Giornalisti e staff aspettano D’Amico, che però alla fine non si presenterà.
Del Pd non si vede nessuno. A un certo punto ecco i pentastellati Gianluca Castaldi e Gabriella Di Girolamo. Gli exit poll lasciano il posto alle prime proiezioni, impietose. Marsilio mette dieci punti tra lui e D’Amico. Daniela Santanché ha già twittato “E vai”; lo staff di D’Amico ammette che “la situazione è oggettivamente brutta”. I Cinquestelle vedono un altro film. “E’ ancora presto per parlare di sconfitta- argomenta la senatrice Di Girolamo- la partita potrebbe cambiare”. Surreale. “La situazione è altalenante- le fa eco Castaldi- aspettiamo i dati delle città”. Faranno male anche quelli. Intanto, dietro di lui, arrivano le proiezioni dei partiti: il Movimento crolla dal 24% del 2019 al 7. In discesa libera.
In Abruzzo il campo largo si sognava Campo Felice. E invece. A Rocca di Cambio, uno dei due comuni che si spartiscono la piana di Campo Felice, vince Marco Marsilio e il M5S incassa 5 voti sui 107 di D’Amico. Il Pd ne prende 16. Non va meglio a Lucoli, l’altra municipalità. Anche qui la spunta il centrodestra: 60 a 40. Intanto, al comitato di piazza Unione arriva la notizia che D’Amico non si farà vedere. Ha indetto una conferenza stampa questa mattina alle 11. “Decisione sciocca”, commenta un candidato del Pd che giura di aver fatto campagna elettorale in “oltre 300 negozi di Pescara, uno per uno”. Non è servito a molto. Le telecamere, piene di Castaldi e Di Girolamo, braccano ora Marco Alessandrini, ex sindaco di Pescara. “Ma io non sono del Pd, eh”, precisa lui.
Dal partito di Schlein trapela insofferenza e fastidio verso il tonfo degli alleati. Il 7% di Cinquestelle “è inaspettato- dicono dietro anonimato- è un dato di fatto che a D’Amico sono mancati i loro voti”. Il comitato inizia a svuotarsi, sono tutti in via Parini ad aspettare il vincitore, Marsilio. Restano Castaldi, Di Girolamo. È in questo momento che l’ex senatore s’infila in una stanza chiusa e sibila: “Ci hanno lasciati soli a prendere le coltellate”. Non è semplice amarezza. Le telecamere si spengono, le luci si abbassano. Poco più in là Alessandrini canticchia De Andrè: “Questo ricordo non vi consoli, quando si muore si muore soli…”. Il testamento.
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