230 mila euro sottratti all’Associazione dei commercialisti di Padova.

Utilizzava i soldi dell’Associazione dei commercialisti del Triveneto come se fossero i suoi. Ha sottratto alle casse di quell’ente 238.397 euro nel giro di poco meno di tre anni tra il dicembre del 2019 e il settembre del 2022. Dal 22 giugno scorso, però, Andrea Giacomin, 52 anni, non è più un commercialista: è stato radiato dall’ordine di Padova al quale era iscritto dal 17 aprile 2000. I guai per l’ex titolare dello studio di Selvazzano Dentro, però, non si chiudono con l’espulsione dall’Albo. Il pm di Padova Giorgio Falcone proprio nei giorni scorsi ha chiuso le indagini a carico del cinquantaduenne con l’accusa di appropriazione indebita per i soldi sottratti all’ente per propri scopi personali.

La denuncia era partita proprio dall’ente, presieduto da Michele Sessolo una volta scoperto l’ammanco di cassa nell’estate del 2023. Giacomin poi è stato citato anche in giudizio civile dalla stessa Adcec, l’Associazione dei dottori commercialisti ed esperti contabili. L’ente con sede a Mestre avrebbe chiamato in giudizio per ingiusto arricchimento anche una società, operante nel settore immobiliare. A questa impresa, Giacomin avrebbe pagato una cartella esattoriale con i soldi prelevati dai conti dell’Associazione dei commercialisti del Triveneto. Sembra, però, che gli stessi organismi dell’azienda, cliente dell’ex giocatore di rugby non sapesse niente dell’operato forse illecito del cinquantaduenne.

La vicenda del commercialista padovano inizia nel dicembre del 2019 quando, secondo la Procura di Padova, avrebbe effettuato in qualità di tesoriere dell’Adc la prima di 26 operazioni di pagamento «estranei all’associazione» con il sistema Pagopa. Queste operazioni sarebbero durate fino al settembre 2022 e avrebbero fatto sparire dai conti dell’Adcec 171.397 euro. Tra il 22 luglio e il 30 settembre 2022 poi, riporta ancora il capo d’imputazione, avrebbe effettuato due bonifici pari ad un importo di 67.000 euro destinati ai propri conti correnti. Giacomin ha effettuato queste sottrazioni di danaro, confidando evidentemente di non essere scoperto. Per gli investigatori, avrebbe sfruttato il compito sia di tesoriere che di contabile dell’associazione, assumendo così sia il ruolo di controllore oltre che di controllato. In più, sempre secondo l’accusa, avrebbe truccato i conti di cassa dell’ente di rappresentanza dei professionisti veneti, facendo coincidere i movimenti di danaro con le voci nel bilancio. Andrea Giacomin avrebbe già ammesso le sue responsabilità: una volta scoperto l’ammanco, fa sapere il presidente dell’Adcec Michele Sessolo, «ci siamo attivati con alcuni approfondimenti dai quali sono emerse condotte irregolari riconducibili all’ex tesoriere». L’ex commercialista padovano ha riconosciuto «quanto posto in essere e ha immediatamente rassegnato le proprie dimissioni», rivela ancora Sessolo.

Oltre alla denuncia alla procura, l’Adcec ha avviato poi il procedimento al Consiglio di disciplina dell’Ordine dei commercialisti, conclusosi con la radiazione di Giacomin, avvenuta nel giugno scorso. Il caso di Giacomin ricorda anche altri casi come quella del comitato veneto della Fise, la Federazione degli sport equestri. L’organismo regionale è stato commissariato dal Consiglio nazionale perché la sua presidentessa avrebbe effettuato delle spese a titolo personale proprio con i soldi della Federazione. La musica non cambia anche per l’ex presidente padovana di «Team for Children» che proprio pochi giorni fa, ha restituito 187.000 euro che aveva sottratto all’associazione per evitare il processo con l’accusa di appropriazione indebita.

Corriere Veneto