Agli americani le politiche di Trump piacciono di più che Trump stesso
Il sondaggio New York Times/Ipsos. Sui migranti il 55 percento degli americani sostiene fortemente le deportazioni di massa.
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Molti americani, pur non nutrendo simpatia per Donald J. Trump come presidente eletto, condividono la sua visione pessimistica sui problemi del paese e sostengono alcune delle sue proposte più controverse. A dirlo è un sondaggio del New York Times/Ipsos che racconta la storia di un paese che si sta chiudendo in sé stesso, in cui le persone sono più in sintonia con l’agenda America First di Trump rispetto al suo primo mandato. In particolare, la cosa che stupisce è che poco più della metà degli intervistati auspica che Trump porti avanti la sua misura più drastica in materia di immigrazione illegale: la deportazione di tutti coloro che vivono negli Stati Uniti senza autorizzazione. Il sondaggio, a cui hanno partecipato 2.128 adulti dal 2 al 10 gennaio, ha rilevato che il 55 percento degli americani sostiene fortemente o in qualche modo tali deportazioni di massa.
Ma vediamo nel dettaglio i temi del sondaggio. L’87% del campione sostiene la deportazione di immigrati illegali con precedenti penali, il 63% approva l’espulsione di coloro che sono entrati illegalmente negli ultimi quattro anni, e il 55% è favorevole alla deportazione di tutti gli immigrati illegali. Infine, il 41% appoggia l’eliminazione del diritto alla cittadinanza per i nati da genitori non autorizzati a risiedere negli Stati Uniti ma il 56% degli intervistati ritiene che gli immigrati rafforzino il paese contro il 41% che li percepisce come un peso.
“Qualcosa deve cambiare sull’immigrazione,” ha detto Jose Hernandez, 48 anni, di Atlanta, che lavora con una catena alberghiera su nuovi progetti. “Anch’io sono un immigrato, vengo dal Messico, ma ho aspettato 25 anni. Sono venuto in questo paese legalmente.” Ha aggiunto: “Non c’è controllo sul sistema.”
Il signor Hernandez ha detto di aver votato per Hillary Clinton nel 2016 e per il presidente Biden nel 2020, e si considera allineato con i Democratici in tema di giustizia sociale. Ma nel 2024 ha sostenuto Trump, più come un voto “contro Kamala” che per altro, ha spiegato.
Ma tornando al sondaggio, vediamo che si registra una maggiore adesione all’approccio isolazionista rispetto al primo mandato di Trump, accompagnata dalla crescente preoccupazione per il coinvolgimento del paese in affari esteri e da una preferenza per concentrare l’attenzione sui problemi interni. Il 60% degli intervistati preferisce che gli Stati Uniti si concentrino sui problemi interni piuttosto che sulle questioni estere (nel 2019 era il 50%). Le opinioni sulle politiche economiche appaiono divise, in particolare sull’imposizione di dazi a paesi come Cina e Messico, mentre emergono aspettative contrastanti sugli effetti delle politiche economiche di Trump, soprattutto in materia di inflazione. In particolare, l’81% considera probabile l’aumento dei dazi su Cina e Messico e l’80% crede che lancerà un’ampia operazione di deportazione, mentre il 58% si aspetta un minore coinvolgimento degli Stati Uniti in conflitti internazionali rispetto ai presidenti precedenti.
Un ampio sostegno si registra per le limitazioni sulle terapie mediche destinate a bambini che affrontano questioni di identità di genere. Esiste una convinzione diffusa che il sistema politico sia corrotto e favorisca i potenti, mentre l’economia è criticata per essere ingiusta nei confronti delle persone comuni. Sul fronte delle politiche sociali e della diversità, le opinioni sono polarizzate riguardo ai programmi per promuovere la diversità razziale nelle scuole e nelle istituzioni pubbliche. Infine, cresce l’opposizione rispetto al passato sui diritti Lgbtq+: c’è maggiore opposizione rispetto al passato sui temi legati ai diritti delle persone transgender, inclusa la partecipazione agli sport femminili.
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