Anno: XXVI - Numero 21    
Giovedì 30 Gennaio 2025 ore 13:45
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Agli Inglesi la Brexit non piace più

A otto anni dal divorzio con Bruxelles lo conferma un sondaggio dell'istituto YouGov, sulla scia di altre indicazioni demoscopiche analoghe negli ultimi anni.

Agli Inglesi la Brexit non piace più

La maggioranza dei britannici considera oggi come oggi la Brexit una delusione, a 8 anni e mezzo dal referendum segnato dal voto pro-Leave che sancì l’addio a Bruxelles e a 5 dall’entrata in vigore definitiva degli accordi di divorzio

Il totale di chi crede senza mezzi termini che l’isola abbia fatto bene a separarsi dall’Ue è sceso al 30%, secondo questa ricerca (condotta su un campione di 2225 persone): picco minimo fra i dati delle periodiche rilevazioni YouGov. Risale inoltre al 55% la quota di chi si dice sulla carta favorevole a un ipotetico rientro di Londra nell’Unione (incluso un 20% di coloro che affermano di aver votato Leave nel giugno del 2016); mentre non supera tuttavia il 39% quella degli intervistati “fortemente” convinti a impegnarsi per la prospettiva di una retromarcia in nome della cosiddetta ‘Bregret’ (i rimpianti anti Brexit).

Numeri che secondo alcuni analisti non garantirebbero in effetti la certezza di una rivincita, laddove mai si creassero in un qualche futuro le condizioni per un referendum bis da tenersi non a bocce ferme – come i sondaggi attuali – bensì al culmine di una nuova campagna di propaganda contrapposta. Ipotesi del resto esclusa ripetutamente in modo categorico anche dal nuovo governo laburista di Keir Starmer (pur sostenitore a suo tempo della campagna pro-Remain), subentrato con le elezioni di luglio a 14 anni di governi Tory e a predecessori brexiteer come Boris Johnson o Rishi Sunak.

Governo Starmer che teme di riaprire un dossier comunque divisivo, anche nell’elettorato del Labour, e che si è limitato finora a evocare “un reset” con Bruxelles, auspicando relazioni commerciali e politiche più soft, ma con l’impegno a non rimettere in discussione la Brexit né l’uscita del Regno dal mercato unico, dall’unione doganale o dal circuito europeo di libertà di movimento delle persone.

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