Anno: XXV - Numero 235    
Venerdì 20 Dicembre 2024 ore 19:45
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Alla Camera etnea serve autonomia

Secco no della Cna di Catania alla decisione della giunta Schifani sul riassetto organizzativo delle Camere di commercio in Sicilia.

Alla Camera etnea serve autonomia

Il governo regionale ha approvato il sistema definito dall’assessore alle Attività produttive che mantiene la Mega Camera del Sud Est, con accorpate Catania, Ragusa e Siracusa. In tutta franchezza, riteniamo a questo punto fondamentale il ritorno all’autonomia per l’ente camerale etneo.

Del resto, il recente pronunciamento del Cga Sicilia, che ha riconosciuto la validità dell’operato del Ministero delle Imprese con la nomina dei commissari chiamati a dare piena attuazione al sistema previsto dalla legge n. 106 del 2021, ha posto fine a qualsivoglia dubbio interpretativo: la Camera di commercio di Catania va istituita. E questo semplicemente per una legge dello Stato. La sentenza del Cga ha altresì pienamente legittimato i commissari governativi nominati dal Ministero.

Riteniamo poi di grande interesse l’azione in corso del ministro delle Imprese, Adolfo Urso, che ha convocato per la mattina di martedì 30 maggio una riunione con le varie associazioni di impresa e le categorie produttive rappresentative delle aree interessate alla riorganizzazione delle Camere di commercio siciliane. Durante l’incontro, al quale è stata invitata pure la Regione Siciliana, il ministro ascolterà le esigenze dei protagonisti della produttività locale, per meglio definire appunto le modalità di riordino del nostro sistema camerale nell’ambito della più vasta riforma del sistema nazionale delle Camere di commercio ormai in fase di ultimazione.

Considerate le svariate caratteristiche del territorio e del suo tessuto di imprese – grandi, medie, piccole, micro – nonché le non poche criticità etnee e il particolare momento storico che si sta attraversando, ribadiamo con forza come Catania, metropoli oltremodo complessa, debba urgentemente tornare ad avere una Camera autonoma, vedendosi riconosciuto un diritto garantito dalla legge a tutte le altre città metropolitane italiane».

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