Anno: XXV - Numero 159    
Giovedì 5 Settembre 2024 ore 13:00
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Athletica Vaticana “A Parigi vincere la medaglia della pace”.

Così la lettera aperta di Athletica Vaticana alle atlete e agli atleti che partecipano ai Giochi olimpici di Parigi.

Athletica Vaticana “A Parigi vincere la medaglia della pace”.

“A Parigi si aprono venerdì 26 luglio i Giochi olimpici che devono fare i conti con guerre, tensioni e ingiustizie – anche a riflettori spenti – su scala mondiale: la proposta della tregua olimpica – sostenuta più volte da Papa Francesco, fin dallo scorso 13 gennaio con la “sua” Athletica Vaticana – e la partecipazione in gara del Team dei rifugiati sono proprio due proposte di pace che tutti noi, grande famiglia sportiva, rilancia in un tempo buio per l’umanità”. Inizia così la lettera aperta di Athletica Vaticana alle atlete e agli atleti che partecipano ai Giochi olimpici di Parigi. “Le Olimpiadi – e dal 28 agosto le Paralimpiadi – sono anzitutto storie di donne e di uomini che oggi non riescono a fermare «la terza guerra mondiale a pezzi» (come la definisce Papa Francesco), ma suggeriscono la possibilità di un’umanità più fraterna. Attraverso il linguaggio del dialogo sportivo, popolare e a tutti comprensibile – prosegue la missiva – A Parigi, in questi giorni, ciascuno cerca di incarnare i veri valori dello sport: passione, inclusione, fraternità, spirito di squadra, lealtà, riscatto, impegno e sacrificio. Ogni allenamento, ogni sfida superata, ogni momento di difficoltà affrontato con coraggio, vi ha portato a i Giochi olimpici. Con una consapevolezza: lo sport non è solo vittoria o sconfitta, lo sport è un viaggio nella vita che non si fa mai da soli”. Papa Francesco ci ricorda “che lo sport «è una grande “staffetta” nella “maratona della vita” con il testimone che passa di mano in mano, stando attenti che nessuno resti indietro da solo. Adeguando il proprio passo al passo dell’ultimo» (prefazione del libro “Giochi di pace. L’anima delle Olimpiadi e delle Paralimpiadi”). Già, «al passo dell’ultimo»: l’abbraccio più fraterno è per tutti coloro che ogni giorno vivono – provando anche ad aggrapparsi alla speranza che dà lo sport – realtà difficili, tra guerre, povertà, ingiustizie, tensioni, paure. Confida Papa Francesco: proprio loro ci «raccontano storie di riscatto, speranza, inclusione». Con questo spirito di fraternità anche attraverso lo sport, a poche ore dall’inizio dei Giochi 2024, Athletica Vaticana rilancia, ancora una volta, l’appello di Francesco per una tregua olimpica”. “A Tokyo, tre anni fa, il Comitato olimpico internazionale ha aggiunto la parola “Insieme – Communiter” al famoso motto olimpico “Più veloce, più in alto, più forte”: a Parigi, dunque, saranno Olimpiadi e Paralimpiadi con lo stile “Insieme”. Ci ha scritto Papa Francesco: «In questa prospettiva la parola-chiave per lo sport, oggi più che mai, è “vicinanza”. E’ il primo suggerimento che, come “allenatore del cuore”, propongo sempre ad Athletica Vaticana». Un suggerimento del nostro “coach” d’eccezione, Francesco, che volentieri fraternamente condividiamo: vicinanza!”. “Nessuno è solo nell’esperienza e nel gesto dello sport: accanto c’è sempre una squadra, una famiglia, una comunità. A Parigi ogni atleta olimpico sta per vivere il sogno che ha costruito fin da bambino: è la grande occasione che arriva – finalmente – dopo averla progettata, preparata, lungamente attesa. Un’opportunità da non sprecare, umanamente e sportivamente. C’è un altro suggerimento che “coach Francesco” propone sempre: anche al più alto livello, sì anche alle Olimpiadi, fa la differenza mantenere lo spirito “amateur” di gratuità, quello stile di semplicità che mette freno alla ricerca smodata del denaro e del successo “a tutti i costi”. Con il rischio di travolgere tutto nel nome del profitto, facendo perdere la gioia che attrae fin da piccoli nella passione sportiva. Amica e amico atleta, con la bellezza e la lealtà del gesto sportivo di ciascuno e senza far mai ricorso scorciatoie – è sempre meglio una sconfitta pulita che una vittoria sporca – i Giochi possono essere opportunità di speranza, nelle piccole e nelle grandi questioni di ogni persona e dell’umanità. Sì, le Olimpiadi e le Paralimpiadi possono essere strategie di pace e antidoto ai giochi di guerra. Per vincere, insieme, la medaglia della fraternità. Con un abbraccio di amicizia sportiva e con gratitudine per le emozioni che vivremo!”, termina la lettera aperta.

Italpress

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