Attuazione del Pnrr per asili nido e scuole d'infanzia
"Il declino demografico sta interessando molti paesi sviluppati tra cui l’Italia. Il potenziamento dei servizi per l’infanzia, come politica di contrasto alla crisi della natalità, ha assunto una centralità crescente all’interno dell’agenda politica europea e nazionale.
In evidenza

Nel corso degli ultimi anni sono state adottate diverse misure volte a garantire il
potenziamento e il riequilibrio dei servizi educativi per l’infanzia, storicamente
frammentati e disomogenei sul territorio nazionale.
Da ultimo, con il PNRR sono state destinate ingenti risorse per il raggiungimento di questi obiettivi. Inoltre, nel PSB gli investimenti per il potenziamento dei servizi educativi per i bambini sotto i tre anni sono stati inclusi tra quelli che hanno consentito l’estensione a sette anni del periodo di aggiustamento dei conti pubblici, seppure con una diversa declinazione degli obiettivi.
Sin dalle prime fasi attuative del PNRR si sono, tuttavia, riscontrate difficoltà, soprattutto per il segmento riservato agli asili nido. L’adesione da parte dei Comuni, soprattutto
quelli del Mezzogiorno e con gravi carenze strutturali, è stata limitata. Sono state
necessarie più procedure di assegnazione dei fondi per esaurire tutte le risorse disponibili.
Alla bassa partecipazione dei Comuni si è affiancata la scelta di alcuni criteri allocativi che ha determinato una distribuzione delle risorse non sempre efficiente. Comuni che avevano già un’elevata copertura del servizio hanno beneficiato di ulteriori potenziamenti e altri in cui il servizio era assente o molto limitato non hanno sfruttato l’occasione.
Nonostante le azioni di supporto agli Enti territoriali da parte delle Amministrazioni
centrali e i diversi interventi normativi introdotti per facilitare la realizzazione dei progetti
del PNRR, permangono forti incertezze sul conseguimento dell’obiettivo sia in termini
quantitativi (150.480 nuovi posti da realizzare) sia temporali (giugno 2026).
In particolare, secondo le stime effettuate sulla base dei dati contenuti in ReGiS, l’obiettivo quantitativo non sarebbe raggiunto in nessuno degli scenari di stima. La distanza dall’obiettivo sarebbe marginale nello scenario più favorevole fino a salire a circa 26.000 posti in quello meno favorevole. Nella stima che introduce le minori correzioni rispetto ai dati dichiarati lo scarto sarebbe pari a circa 17.400 posti. Le maggiori difficoltà e criticità si riscontrano nei progetti in essere, in cui a fronte di elevati costi di realizzazione, l’incremento di nuovi posti risulta marginale.
Lo stato di avanzamento dei progetti rispecchia le difficoltà nell’allocazione dei fondi.
La quasi totalità degli interventi avviati nel 2020 o nel 2021 sono in una fase esecutiva e solo circa il 3 per cento dei progetti è concluso. Parte dei progetti avviati con il più recente nuovo piano asili nido non sono ancora presenti nella piattaforma ReGiS e per più della metà di quelli censiti non si hanno informazioni.
Il raggiungimento deli obiettivi fissati nel PSB, meno ambiziosi di quelli contenuti nel PNRR, avverrebbe, complice il calo demografico, anche senza la piena attuazione di quest’ultimo.
Complessivamente, la piena realizzazione degli interventi del PNRR ridurrebbe i divari tra le Regioni, ma aumenterebbe le disuguaglianze nell’offerta dei servi all’interno delle Regioni stesse. Nello scenario previsivo più favorevole, prescindendo dagli effetti demografici, la completa attuazione del PNRR garantirebbe una copertura regionale di almeno il 33 per cento in tutte le Regioni, a eccezione della Campania e della Sicilia, nonostante queste abbiano ricevuto, nel loro complesso, un quarto del totale dei finanziamenti; i ritardi strutturali erano tali da essere solo parzialmente compensati. Osservando il grado di copertura con una maggiore granularità emerge che la quasi totalità dei Comuni con meno di 500 abitanti resta priva di posti in strutture pubbliche. Al crescere della dimensione demografica migliora la copertura del servizio. Rimangono, tuttavia, Comuni, anche di grandi dimensioni, con un’offerta inadeguata rispetto al bacino di utenti. ” (fonte UPB ).
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