Bonus 200 euro, non sarà automatico.
Tutti pensavano che il bonus di 200 euro, per fronteggiare il caro bollette, sarebbe arrivato in automatico.
Ma per una contraddizione non sarà così. Per ottenere l’aiuto una tantum, sarà necessario fare richiesta con una dichiarazione.
Tutti pensavano che il bonus di 200 euro, per fronteggiare il caro bollette, sarebbe arrivato in automatico. Ma per una contraddizione non sarà così. Per ottenere l’aiuto una tantum, sarà necessario fare richiesta con una dichiarazione.
Almeno per i lavoratori dipendenti, il governo aveva promesso che sarebbe stato erogato in automatico nel cedolino del prossimo mese. Ma in realtà, leggendo bene la norma, non è così. Se ne sono accorti i Consulenti del lavoro, la cui Fondazione studi, ha pubblicato un approfondito report firmato da Giuseppe Buscema e Carlo Cavalleri.
L’articolo 31 del decreto 50 del 2022, ossia il decreto-aiuti che ha introdotto la una tantum da 200 euro, spiega che «tale indennità è riconosciuta in via automatica» dal datore di lavoro nella busta paga di luglio. Ma poi aggiunge: «previa dichiarazione del lavoratore di non essere titolare delle prestazioni di cui all’articolo 32, commi 1 e 18». Insomma, automatico sì ma non troppo. Il lavoratore, per ottenere i 200 euro, dovrà presentare una dichiarazione al proprio datore di lavoro per dire che lui non ha già ricevuto il bonus perché magari in famiglia ha un percettore del Reddito di cittadinanza o perché è titolare anche di una pensione.
Se il lavoratore non presentasse la dichiarazione, «il datore di lavoro non può erogare il bonus», spiega Giuseppe Buscema, uno dei due esperti che ha redatto il dossier dei Consulenti del lavoro. E il modulo per inviare questa dichiarazione al datore di lavoro? Il governo su questo non ha dato nessuna indicazione. Nessuno nei ministeri si è, almeno fino ad ora, preoccupato di chiarire come questa dichiarazione vada fatta o in che tempi trasmessa. I Consulenti del lavoro hanno preparato un fac simile di modello di autocertificazione, dunque è probabile che la strada seguita dai datori di lavoro sarà quella di far firmare direttamente ai lavoratori questa dichiarazione .
Dunque al momento gli unici che avranno i 200 euro in automatico saranno i pensionati, i percettori del Reddito di cittadinanza, e i disoccupati che percepiscono la Naspi o la DisColl, visto che ci penserà l’Inps ad accreditare le somme a queste categorie. Agli altri servirà una domanda o presentare l’autocertificazione. I lavoratori dipendenti sia privati che pubblici, che avranno diritto al bonus da 200 euro sono ben 13,8 milioni. Dunque, oltre alle aziende private, anche nel pubblico impiego i datori di lavoro dovranno organizzarsi per preparare le autocertificazioni da far firmare ai propri dipendenti per poter erogare il bonus nella busta paga di luglio. Ci sono anche altri aspetti della normativa messi in luce dai Consulenti del lavoro. Come per esempio il caso dei lavoratori domestici. L’indennità a favore di questi ultimi spetta a condizione che risulti in corso almeno un rapporto di lavoro domestico alla data del 18 maggio 2022.
Il modulo di autocertificazione dovrà contenere i dati anagrafici, il codice fiscale e il nome del datore di lavoro. Nel modulo si deve inoltre dichiarare di essere in possesso dei requisiti necessari per ottenere il bonus da 200 euro. Uno dei quali è aver beneficiato dell’esonero contributivo dello 0,8% nel primo quadrimestre del 2022 per almeno una mensilità. Altro requisito è non essere titolare di trattamento pensionistico o di reddito di cittadinanza, perché in questo caso il bonus non deve essere erogato dal datore di lavoro ma dall’Inps. Ultimo requisito: non essere beneficiario del bonus con altri datori di lavoro, nella consapevolezza che è erogato una sola volta per ciascun avente diritto.
Per i contratti firmati dopo il mese di maggio 2022, il datore di lavoro non può essere in possesso degli elementi necessari a verificare il rispetto, da parte del lavoratore, dei requisiti che servono per l’erogazione del bonus. Non è ancora chiaro se per risolvere questi nodi basterà l’autocertificazione del lavoratore stesso. La norma specifica che l’indennità «è riconosciuta in via automatica, previa dichiarazione del lavoratore» di essere in possesso dei requisiti necessari. Il modulo di autocertificazione deve perciò essere presentato in ogni caso, anche qualora non dovessero emergere criticità nella verifica dei dati.
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