Caporalato, nel Lazio un fondo di garanzia abitativa da 500mila euro
L’iniziativa si inserisce in un percorso già avviato dalla Regione per la tutela dei lavoratori agricoli.

“La Giunta Zingaretti ha istituito un Fondo di Garanzia Abitativa da oltre 500 mila euro per incentivare i proprietari a concedere in locazione gli alloggi ai lavoratori del settore agricolo, per favorire così condizioni abitative dignitose. Sosteniamo in questo modo l’uscita dalle situazioni d’irregolarità e per il contrasto al Caporalato con l’avvio della sperimentazione nel territorio della Provincia di Latina. Vogliamo aiutare i lavoratori, con un contratto di lavoro regolare, ad avere delle soluzioni abitative dignitose e stabili nel medio-lungo periodo, offrendo un supporto nella contrattazione e stipula di un contratto di affitto. Inoltre, in caso difficoltà per ragioni legate alla precarietà della condizione occupazionale o per eventuali danni cagionati all’immobile, interveniamo anche attraverso uno specifico fondo regionale che consenta di migliorare le condizioni abitative e sociali dei lavoratori a rischio, attraverso un contratto di affitto regolare che vede la collaborazione di associazioni di proprietari e di inquilini”. Così in una nota l’assessore al Lavoro e Nuovi diritti della Regione Lazio, Claudio Di Berardino.
“Questa iniziativa – aggiunge – si inserisce in un percorso già avviato dalla Regione Lazio nella tutela dei lavoratori agricoli. Proprio a Latina abbiamo siglato il Protocollo ‘Per un lavoro di qualità in agricolturà sottoscritto con le parti Sociali. Le 10 azioni previste dal Protocollo sono state tutte avviate, tra queste: misure per favorire l’incontro domanda-offerta di lavoro, gli incentivi all’assunzione, le misure di trasporto gratuito e quelle a sostegno dell’accoglienza abitativa. Al Protocollo è seguita la Legge regionale sul contrasto al caporalato e l’emersione del lavoro non regolare in agricoltura finanziata con circa 2,5 milioni di euro, inoltre abbiamo avviato uno studio sugli «Indici di Congruità» ossia l’individuazione di criteri oggettivi che definiscono il fabbisogno in base al rapporto tra quantità e qualità dei beni/servizi offerti dai datori di lavoro e la quantità di ore lavorate”. “Stiamo lavorando per estendere questi interventi anche a tutto il territorio regionale”, conclude.
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