Anno: XXV - Numero 214    
Giovedì 21 Novembre 2024 ore 13:20
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Dall’innovazione tecnologica nuove sfide, il futuro passa dalla formazione.

Lo ha affermato Rosario De Luca, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro, intervenuto ieri, a Milano, agli Stati generali dell’Economia di Forza Italia

Dall’innovazione tecnologica nuove sfide, il futuro passa dalla formazione.

“In un’epoca contraddistinta dall’innovazione tecnologica e da prassi di welfare aziendale che incoraggiano flessibilità e adattabilità, è opportuno guardare al futuro tenendo bene a mente i cambiamenti e le sfide che la transizione economica in atto determinerà sul lavoro e l’occupazione.

Alcuni settori tradizionali – ha spiegato – saranno sostituiti o ridimensionati, ma emergeranno anche nuove opportunità legate allo sviluppo e alla gestione delle tecnologie emergenti. Per questo motivo, i lavoratori dovranno puntare sempre più su specializzazione e alta formazione per poter rispondere in modo adeguato alle esigenze del mercato e affidare alle nuove tecnologie compiti e attività ripetitive, che con l’uso dell’Intelligenza artificiale possono essere semplificati e migliorati”.

Per De Luca, il futuro del lavoro passa, quindi, dalla formazione: “Le sfide a cui le nuove tecnologie ci pongono di fronte, che richiedono un innalzamento costante delle competenze digitali e tecnologiche, rappresentano un’ottima occasione di arricchimento personale e professionale; una scommessa che possiamo vincere solo con l’arma della formazione”.

Ma al tempo stesso, secondo il numero 1 dei consulenti del lavoro, “bisogna guardare con favore a un modello organizzativo del lavoro che alimenti la produttività aziendale, sganciando la prestazione dal mero calcolo delle ore lavorate e in un’ottica di maggiore flessibilità, che guardi ai risultati raggiunti senza gravare sul costo del lavoro delle aziende.

I nuovi modelli produttivi e organizzativi del lavoro non possono coesistere con la misurazione e la valutazione delle performance su base oraria”, ha precisato. “Non si può applicare la normativa per il lavoro in azienda – ha avvertito – alle occupazioni svolte fuori dalla sede lavorativa. C’è bisogno di maggiore adattabilità a un mondo in continuo cambiamento ed è necessario che tutti gli attori del mercato del lavoro facciano un salto culturale in tal senso”.

Lo strumento che può dar forza a questo concetto è la contrattazione collettiva, “il ‘luogo’ migliore – ha sottolineato – per restituire potere d’acquisto alle retribuzioni dei lavoratori, ma anche per ripensare a modelli di organizzazione del lavoro che rendano più competitiva l’azienda, favorendo al contempo la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro dei lavoratori”. “Per questo risulta pienamente condivisibile la proposta avanzata dalla Cisl sulla partecipazione dei lavoratori agli utili d’impresa”, ha concluso De Luca.

La Gazzetta del Mezzogiorno

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