Dall’innovazione tecnologica nuove sfide, il futuro passa dalla formazione.
Lo ha affermato Rosario De Luca, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro, intervenuto ieri, a Milano, agli Stati generali dell’Economia di Forza Italia
In evidenza

“In un’epoca contraddistinta dall’innovazione tecnologica e da prassi di welfare aziendale che incoraggiano flessibilità e adattabilità, è opportuno guardare al futuro tenendo bene a mente i cambiamenti e le sfide che la transizione economica in atto determinerà sul lavoro e l’occupazione.
Alcuni settori tradizionali – ha spiegato – saranno sostituiti o ridimensionati, ma emergeranno anche nuove opportunità legate allo sviluppo e alla gestione delle tecnologie emergenti. Per questo motivo, i lavoratori dovranno puntare sempre più su specializzazione e alta formazione per poter rispondere in modo adeguato alle esigenze del mercato e affidare alle nuove tecnologie compiti e attività ripetitive, che con l’uso dell’Intelligenza artificiale possono essere semplificati e migliorati”.
Per De Luca, il futuro del lavoro passa, quindi, dalla formazione: “Le sfide a cui le nuove tecnologie ci pongono di fronte, che richiedono un innalzamento costante delle competenze digitali e tecnologiche, rappresentano un’ottima occasione di arricchimento personale e professionale; una scommessa che possiamo vincere solo con l’arma della formazione”.
Ma al tempo stesso, secondo il numero 1 dei consulenti del lavoro, “bisogna guardare con favore a un modello organizzativo del lavoro che alimenti la produttività aziendale, sganciando la prestazione dal mero calcolo delle ore lavorate e in un’ottica di maggiore flessibilità, che guardi ai risultati raggiunti senza gravare sul costo del lavoro delle aziende.
I nuovi modelli produttivi e organizzativi del lavoro non possono coesistere con la misurazione e la valutazione delle performance su base oraria”, ha precisato. “Non si può applicare la normativa per il lavoro in azienda – ha avvertito – alle occupazioni svolte fuori dalla sede lavorativa. C’è bisogno di maggiore adattabilità a un mondo in continuo cambiamento ed è necessario che tutti gli attori del mercato del lavoro facciano un salto culturale in tal senso”.
Lo strumento che può dar forza a questo concetto è la contrattazione collettiva, “il ‘luogo’ migliore – ha sottolineato – per restituire potere d’acquisto alle retribuzioni dei lavoratori, ma anche per ripensare a modelli di organizzazione del lavoro che rendano più competitiva l’azienda, favorendo al contempo la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro dei lavoratori”. “Per questo risulta pienamente condivisibile la proposta avanzata dalla Cisl sulla partecipazione dei lavoratori agli utili d’impresa”, ha concluso De Luca.
La Gazzetta del Mezzogiorno
Altre Notizie della sezione

Cgia, ‘a Pasqua hanno lavorato 5,1 milioni di italiani’
22 Aprile 2025I lavoratori dipendenti sono il 20,4% del totale.

Meloni ordina la tregua armata con l’Anm, salta la giornata dedicata ai “casi Tortora”
22 Aprile 2025La premier non vuole alimentare la tensione con le toghe in vista del referendum sulle Carriere separate e sacrifica la proposta sulle vittime di errori giudiziari.

Il “peso” della maternità nell’accesso e nella permanenza nel mondo del lavoro.
17 Aprile 2025Le proposte di Federterziario in relazione agli ultimi dati Istat sul "peso" della maternità nell'accesso e nella permanenza nel mondo del lavoro.