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«Dar valore a identità e integrazione nel tentativo di riportare la pace tra i popoli di Ucraina e Russia»

Il vescovo di Lodi mons. Malvestiti ha aperto al PalabancaEventi l’Autunno culturale della Banca di Piacenza – Ampi riferimenti all’appello di domenica di Papa Francesco a Putin e Zelensky

«Dar valore a identità e integrazione nel tentativo di riportare la pace tra i popoli di Ucraina e Russia»

«Il valore della vita umana è sacrosanto e non deve mai essere disgiunto dall’integrità territoriale di ogni Paese». Questo il concetto ripreso dal vescovo di Lodi mons. Maurizio Malvestiti (prendendo spunto dalle parole del Papa pronunciale all’Angelus di domenica) che ha aperto questa sera al PalabancaEventi l’Autunno culturale della Banca di Piacenza, con un’approfondita riflessione su “ortodossia e modernità”, in relazione alla necessità di arrivare ad un dialogo che porti alla pace tra Ucraina e Russia.

Mons. Malvestiti (già sottosegretario della Congregazione delle Chiese orientali e già segretario particolare del cardinale prefetto Achille Silvestrini, tra i principali collaboratori di Agostino Casaroli) è stato presentato dal condirettore generale della Banca Pietro Coppelli, che – nel ringraziare l’illustre ospite per la vicinanza dimostrata alla Banca, non essendo la prima volta che partecipa ad iniziative della stessa, come in occasione della cerimonia di consegna del premio Solidarietà per la vita a Santa Maria del Monte, nel 2017 – ha sottolineato come l’Istituto di credito abbia voluto «anche quest’anno rinnovare il pluriennale impegno nell’offrire alla comunità piacentina un ricco programma culturale, che si articolerà nei giorni di lunedì e venerdì dei prossimi due mesi». Programma che va ad affiancarsi e integrarsi con quello delle Celebrazioni per i 500 anni di Santa Maria di Campagna che – iniziate lo scorso aprile – termineranno nella primavera del 2023.

Il vescovo di Lodi ha posto l’accento sulla rilevanza dell’iniziativa del Pontefice, che si è rivolto in maniera molto diretta ai presidenti Putin (supplicato di fermare, anche per amore del suo popolo, la spirale di violenza e di morte) e Zelensky (invitato ad essere aperto a serie proposte di pace, nonostante l’aggressione subita). «Francesco – ha ricordato mons. Malvestiti – ha parlato, riferendosi alla guerra in Ucraina, di “una ferita dell’umanità che invece di rimarginarsi continua a sanguinare sempre più rischiando di allargarsi” e si è detto “addolorato per le migliaia di vittime, in particolare tra i bambini, e per le tante distruzioni che hanno lasciato senza casa molte persone e famiglie”. Il Papa ha giustamente affermato che “questa guerra è un errore e un orrore”». Il Pontefice, ha sottolineato ancora l’oratore, ha quindi fatto un appello accorato affinché le armi tacciano e si cerchino le condizioni per un negoziato, nel rispetto del valore della vita umana e della sovranità e integrità territoriale.

«È paradossale – ha continuato Mons. Malvestiti – che questi due Paesi, che ho visitato diverse volte quando lavoravo alla Congregazione delle Chiese orientali, dalle comuni radici cristiane e uniti nel Battesimo, siano in guerra». Parole dure quelle pronunciate dal vescovo di Lodi nei confronti del Patriarca russo Kirill («Occorre prendere una chiara e inequivocabile distanza dall’asservimento ideologico della Chiesa russa al regime. Chi benedice coloro che vanno a colpire i fratelli non dice parole cristiane, ma bestemmia»), seguite da considerazioni velate di speranza per una soluzione del conflitto («Vanno costruiti nuovi spazi alla forza della fede libera, affidandoci a testimoni autentici, che nel mondo non mancano; occorre dar valore all’identità e allo stesso tempo ricercare ad oltranza l’integrazione; ma anche aver fede nell’umano, come via per la libertà»). L’illustre ospite ha concluso il suo applaudito intervento citando una frase del Papa riportata nel suo libro Francesco contro la guerra: “È l’altro la via per salvare anche noi stessi”.

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