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Divorziare è più semplice, si può fare in un giorno

L’ok della Cassazione, cosa cambia

Divorziare è più semplice, si può fare in un giorno

Divorziare sarà più semplice: la riforma Cartabia prevede che le coppie entrate in crisi familiare possano presentare al giudice domanda congiunta e cumulativa per procedere sia con la separazione che con il divorzio. In questo modo non solo le pratiche burocratiche diventano più veloci e snelle, ma lo scioglimento del matrimonio avviene in un contesto di maggiore stabilità degli accordi così da evitare capovolgimenti futuri e incertezze della situazione economica. Lo ha stabilito una stabilito una sentenza 28727 della Corte di Cassazione depositata lunedì 16 ottobre.

La novità, in realtà, è in vigore già da febbraio 2023, ma se la maggior parte dei tribunali già la applica, sono ancora numerosi i giudici avversi a farlo. Così, ci ha pensato la Suprema Corte ad affermare il principio per cui «in tema di crisi familiare, nell’ambito del procedimento di cui all’art 473 bis 51 cpc è ammissibile il ricorso dei coniugi proposto con domanda congiunta e cumulata di separazione e di scioglimento o cessazione degli effetti civili del matrimonio». L’Organismo congressuale forense in una nota ha espresso «viva soddisfazione per l’intervento tempestivo della Corte di Cassazione che pone fine alla difformità di pronunce di merito ristabilendo un criterio univoco di interpretazione dell’art 473 bis n.49 cpc».

Il verdetto in questione è stato sollecitato «su rinvio pregiudiziale del Tribunale di Treviso ex art 363 bis cpc2 che consente di chiedere indicazioni in sede di legittimità «per la risoluzione di una questione di diritto che presenti gravi difficoltà interpretative». L’Organismo ha anche sottolineato che «all’indomani della entrata in vigore della riforma Cartabia che ha introdotto la facoltà prevista dall’art 473 bis n.49 cpc di proporre domanda cumulata di separazione e divorzio, si è assistito – ricorda l’Ocf – al proliferare di pronunce discordanti in vari Tribunali d’Italia (Treviso, Firenze, Genova, Milano, Vercelli, Lamezia Terme, Bari, Padova) e con propria nota del giugno 2023 l’Organismo congressuale forense aveva chiesto al Ministero di chiarire la disciplina con un intervento normativo»

Prima della riforma di giustizia gli ex coniugi dovevano firmare un accordo di separazione e dopo sei mesi tornare dal legale che ha seguito la pratica per avviare il divorzio, costringendo le due parti a riaprire le trattative, spesso conflittuali, in merito a divisione dei beni ed eventuali accordi per l’affidamento dei figli. Al termine, veniva depositato un nuovo ricorso e si attendeva la sentenza. Con le modifiche apportare alla legge, le coppie in crisi potranno raggiungere un solo accordo, sottoscrivendo un unico atto che pone fine in un momento solo a tutte le trattative. La Cassazione, conclude la nota dell’Ocf, «ha chiarito i dubbi interpretativi cosicché la normativa vigente può essere applicata in modo univoco e senza disparità di trattamento su tutto il territorio nazionale. L’ Organismo congressuale forense auspica che l’introduzione di tale facoltà possa condurre un maggior rispetto delle linee guida in tema di giustizia previste dal Pnrr».

Sono state fornite anche le indicazioni su come presentare la domanda: deve essere depositata con un ricorso e il richiedente deve dimostrare al giudice i mezzi di prova in suo possesso e i documenti che illustrano la propria condizione patrimoniale. In tempi rapidi deve avvenire la presentazione della dichiarazione dei redditi degli ultimi tre anni, dell’elenco dei beni di proprietà e delle quote societarie, ma anche degli estratti conto dei rapporti bancari e finanziari. In caso di omissioni, chi attesta il falso rischia la condanna al pagamento delle spese legali e anche ai danni in favore del coniuge.

Corriere della Sera

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