Dopo Ps e guardia medica i medici di famiglia privati.
In Veneto Me.di.ca. Group, centro di sanità privata, ha aperto un servizio “Family Doc”a Mestrino, nei pressi di Padova.
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Non solo l’Italia ma tutta Europa scopre il medico di famiglia privato. Avviene in genere dove c’è carenza di medici di medicina generale. E ce n’è, sia nei grandi servizi sanitari nazionali sia nei paesi dove ci sono le mutue. In Francia, ad Albi, non lontano dai Pirenei, otto medici di famiglia pensionati, di età compresa tra i 69 e i 78 anni, hanno aperto un ambulatorio privato per far fronte alla carenza di “generalisti” e visitano 50 pazienti al giorno di media. Si paga una tariffa accessibile ed è accettata la Carte Vitale che contiene il numero di assicurazione sociale del paziente e dà diritto al rimborso da parte della mutua. Il dottor Yves Carcaillet, uno degli otto medici della clinica, sottolinea come a fronte di una maggioranza di colleghi che vuole pensionarsi prima possibile e di giovani che stentano a prenderne il posto, qualche over 70 è rimasto in “trincea”. Forse meno poetico, il trend italiano, che è arrivato in Parlamento e fa discutere. Dopo l’apertura di pronti soccorso privati per chi ha bisogno di una visita medica e l’istituzione di servizi di continuità assistenziale privata da parte di catene (il Gruppo Santagostino a Milano, per citarne una), in Veneto Me.di.ca. Group, centro di sanità privata, ha aperto un servizio “Family Doc” a Mestrino, nei pressi di Padova. Sui media si è parlato di “medico di base privato”. La notizia è rimbalzata in Parlamento dove Gian Antonio Girelli (PD e membro della Commissione Affari Sociali della Camera) ha presentato un’interrogazione al Ministro della Salute paventando lo smantellamento del Servizio sanitario nazionale.
In realtà, precisano dal gruppo, “nel centro medico Me.di.ca. Group presso BMED non si fa “medicina di base”: il servizio comporta una visita internista erogata in forma privata, eseguita da uno specialista. Il nome “Family Doc” indica che l’iniziativa è rivolta alle famiglie in quanto ha un costo agevolato, 50 euro a visita, ed i medici parlano inglese per farsi capire da persone di diversa nazionalità. In interviste precedenti la presidente del gruppo Cristina Sinigaglia ha ammesso che tra i pazienti molti non hanno un medico di famiglia. L’ accesso rapido e tempi soddisfacenti di visita vengono incontro ad un’utenza spesso insoddisfatta. Ma da qui a parlare di medicina di base privata ce ne corre. Lo spiega Antonio Broggio segretario Fimmg Padova: «Il rischio di sostituire il medico di medicina generale con un servizio privato ci potrebbe essere se la politica spingesse proposte in quella direzione; così non sembra, e anzi la richiesta del parlamentare al governo è apprezzabile. Nell’ambulatorio di Mestrino, per come presentate, a parte la tariffa agevolata, ravviso attività collaterali alle nostre. L’ambulatorio si professa internistico, mentre il medico di famiglia ha competenze specifiche che nulla hanno a che fare con lo specialista in Medicina Interna. Noi mmg seguiamo il paziente longitudinalmente, crescendo con lui, e trasversalmente, conoscendo la sua famiglia e il contesto sociale di riferimento. Abbiamo compiti che l’internista non ha (non siamo in alcun modo “piccoli internisti”). Le nostre ricette consentono la dispensazione di medicinali a carico del Servizio sanitario, le impegnative permettono di eseguire esami nelle strutture pubbliche o convenzionate pagando il ticket. Le indicazioni nella ricetta del collega privato invece consentono al più al paziente di eseguire esami a pagamento e farsi dispensare farmaci che paga di tasca sua».
Per Broggio, i nuovi ambulatori privati rivolti a pazienti della medicina generale «sono il frutto di una mancata programmazione e di uno scarso investimento nella medicina territoriale»; una situazione di inerzia resa insostenibile dalla mancanza di nuovi aspiranti medici convenzionati nelle zone carenti dove il titolare va in pensione. «Il lavoro è molto cresciuto, i 1500 assistiti di oggi non sono più quelli di 20 anni fa, sono in media più anziani con richieste più complesse. In pandemia, tra l’altro, per evitare contagi in studio si sono incrementate le visite su appuntamento, e anche se molti di noi programmano le visite un giorno per l’altro possono esserci colleghi con tempi lunghi, da visita specialistica. Teniamo presente che i carichi di lavoro spesso sono enormi: servirebbe, e non solo qui in Veneto, il supporto di personale per le urgenze burocratiche, le medicazioni, le misurazioni di pressione o dati biometrici. Urge poi incentivare l’associazionismo, che ci viene incontro in molte situazioni: ad esempio – banalmente – quando abbiamo bisogno di una sostituzione per qualche giorno in tempi rapidi».
Doctor 33
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