Draghi incontra sindacati e imprese
Dal blocco dei licenziamenti ai ristori
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Il premier incaricato Mario Draghi incontra le parti sociali, al termine del doppio giro di consultazioni con le forze parlamentari. Vediamo quali sono i nodi da affrontare.
Decreto Ristori 5
Il Parlamento ha autorizzato il governo Conte bis a fare altri 32 miliardi di deficit per indennizzare le attività produttive messe in ginocchio dalla pandemia, allungare la cassa integrazione, rifinanziare il reddito di cittadinanza e l’Iscro, l’ammortizzatore per le partite Iva. Poi il governo è caduto, ma le emergenze sono tutte lì. A partire da Anpal e Inps che dovrebbero accelerare le politiche attive (riqualificazioni dei lavoratori) e quelle passive (i tempi di erogazione della Cig).
Blocco dei licenziamenti
Il 31 marzo scade il divieto di licenziare che, seppur alleggerito la scorsa estate, dura ininterrotto dal 23 febbraio. Cosa succederà ora? I sindacati ne chiedono la proroga, almeno fino alla fine di giugno. Le imprese preferiscono avere libertà di ristrutturare, ma sono disponibili ad accettare il blocco fintantoché si usa la Cig Covid gratuita, coperta dallo Stato.
Riforma degli ammortizzatori
Se n’era cominciato a parlare. La ministra uscente del Lavoro Nunzia Catalfo aveva istituito una commissione di esperti. Confindustria aveva presentato, nel luglio scorso, una sua proposta. Ma non si è mai entrati nel merito. L’idea di un’ammortizzatore unico per tutti i lavoratori di tutte le aziende solleva ancora molte perplessità. A partire dalla domanda: chi contribuisce e versando quanto per questo ammortizzatore?
Riforma delle politiche attive
Arrivano i soldi del Recovery Fund. Ma un piano per rendere più efficaci ed efficienti le politiche attive di fatto non esiste. La stessa riforma dei centri per l’impiego – due anni fa il governo M5S-Lega ha stanziato 1 miliardo – è ancora ferma, nelle mani delle Regioni. Come pure i concorsi per assumere altri 11.600 addetti. Mentre 2.700 navigator stanno per terminare la loro esperienza: il contratto da cococo scade il 30 aprile. Il punto nevralgico è tuttavia quello della riqualificazione di tanti lavoratori espulsi dal mercato del lavoro, inattivi o disoccupati.
Superare Quota 100
Anche le pensioni hanno bisogno di un tagliando. Il 31 dicembre finisce la sperimentazione triennale di Quota 100, l’anticipo pensionistico a 62 anni con 38 di contributi. Dopo si tornerà ai requisiti fissati dalla legge Fornero: 67 anni per la pensione di vecchiaia e 42 anni e 10 mesi di contributi per quella anticipata (uno in meno per le donne). Il primo crescerà adeguandosi alla speranza di vita. Il secondo rimarrà così fino al 2026. I sindacati vogliono trattare una flessibilità perché – dicono – “non tutti i lavori sono uguali”.
Tavoli di crisi industriali
Al ministero dello Sviluppo economico ne sono aperti 105 che coinvolgono 120 mila lavoratori. Ma il numero purtroppo è destinato a crescere, considerata la fase recessiva in cui l’economia italiana è immersa. Tutti gli incentivi di Industria 4.0 vanno messi a terra. Mancano centinaia di decreti attuativi delle misure nuove e vecchie. Il codice degli appalti va rivisto, se si vogliono velocizzare i cantieri.
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