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Ecco come sarà il nuovo Patto di stabilità firmato Gentiloni

Percorsi di riduzione del debito più lenti e graduali, e più sicuri

Ecco come sarà il nuovo Patto di stabilità firmato Gentiloni

Gli orientamenti proposti ieri dalla Commissione europea, “dopo molti mesi di lavoro” per la riforma del Patto di Stabilità dovevano “conciliare tre diversi imperativi”: il primo era “sostenere la crescita e rafforzare la sostenibilità del debito pubblico”; il secondo era “rafforzare la titolarità nazionale”, ovvero l’appropriazione dei piani di aggiustamento di bilancio da parte degli Stati membri, e “costruire un nuovo quadro comune”; il terzo consisteva nel “semplificare le nostre regole e preservarne intelligenza”.

Lo ha indicato in conferenza stampa oggi a Bruxelles il commissario Ue all’Economia, Paolo Gentiloni, affermando subito dopo: “Credo che siamo riusciti a raggiungere un equilibrio credibile su ciascuno di questi fronti”.

“Abbiamo bisogno – ha sottolineato più in generale Gentiloni – di regole di bilancio che facilitino gli investimenti strategici” e allo stesso tempo “salvaguardino la sostenibilità di bilancio”.

Innanzitutto, la “titolarità nazionale” dei piani di aggiustamento di bilancio a medio termine, ha spiegato, sarà rafforzata “offrendo un maggiore margine di manovra agli Stati membri. Questi piani delineeranno il percorso di bilancio del paese, nonché gli impegni di riforme e investimenti, rispecchiando le priorità dell’Ue e quelle nazionali. Una volta approvati dal Consiglio Ue, i piani orienteranno i bilanci annuali degli Stati membri.

Per gli Stati membri con problemi di debito pubblico ‘sostanziali’ e ‘moderati’ – ha continuato Gentiloni -, la Commissione proporrà percorsi di riferimento per l’aggiustamento di bilancio. Prendendo questi percorsi di riferimento come punto di partenza, gli Stati membri elaboreranno le proprie traiettorie di bilancio a medio termine”, ed “è cruciale il fatto che potranno anche presentare una serie di impegni di riforme e investimenti che potrebbero giustificare un percorso di aggiustamento più lungo e più graduale”, che sarebbe “soggetto a criteri Ue comuni e trasparenti”. Insomma, “più riforme e investimenti verranno proposti, più graduale potrà essere il percorso di riduzione del debito”.

Rispondendo ai giornalisti che durante la conferenza stampa hanno chiesto perché la Commissione non abbia considerato l’introduzione di una “golden rule” per escludere gli investimenti verdi dal calcolo del deficit pubblico e del debito, Gentiloni ha risposto: “La Golden rule non cancella il debito, serve a facilitare gli investimenti. Noi proponiamo di avere più tempo e più gradualità nel percorso di riduzione del debito”. E questo, ha sottolineato “è un diverso modo di raggiungere lo stesso obiettivo”.

Sullo stesso tema, è intervenuto anche il vicepresidente esecutivo della Commissione Valdis Dombrovskis. “Il dibattito sulla ‘golden rule’ verde – ha riferito – è stato controverso, con punti di vista divergenti tra gli stati membri. Per questo l’abbiamo evitata. Ora ci sono traiettorie di riduzione che possono essere più lente e graduali se ci sono investimenti e riforme; è un meccanismo che facilita gli investimenti e conduce a una miglior quadro complessivo delle finanze pubbliche”.

In secondo luogo, il quadro rivisto mira a “semplificare le regole di bilancio e concentrarsi sui rischi finanziari. Ciò significa – ha rilevato il Gentiloni – differenziare i paesi in base alle sfide del debito pubblico”.

“In definitiva, – ha evidenziato il commissario – ciò che conta per la sostenibilità dell’indebitamento è che gli Stati membri riducano gli elevati indici del debito pubblico in modo realistico, graduale e duraturo. Questo è il motivo per cui riteniamo che dovremmo allontanarci dai requisiti irrealistici imposti dalla regola di riduzione annuale del debito di 1/20”, che è oggi in vigore.

A questo punto Gentiloni ha introdotto la grande novità della proposta di riforma delineata dalla Commissione: ci sarà “un unico indicatore operativo basato sull’evoluzione della spesa primaria, al netto delle nuove misure sulle entrate, che verrà utilizzato per definire il percorso di aggiustamento di bilancio e per effettuare la sorveglianza di bilancio annuale” in ogni Stato membro. “Ciò semplificherà notevolmente il quadro e aumenterà la trasparenza”, ha osservato.

La Commissione, ha aggiunto il Commissario, pensa di poter rafforzare l’applicazione delle regole del Patto, “in contropartita di una riduzione più graduale e realistica del debito e di un maggiore margine di manovra agli Stati membri nella definizione delle loro traiettorie di bilancio”. In quest’ottica, verrà rafforzata la Procedura per disavanzi eccessivi basata sul debito, “chiarendone i meccanismi di attivazione e disattivazione.

Gli scostamenti dal percorso di bilancio concordato costituiranno la base per l’attivazione della procedura, che sarebbe poi calibrata in base alla gravità della situazione finanziaria”. D’altra parte, ha precisato Gentiloni, sarà “mantenuta la procedura per i disavanzi eccessivi basata sul deficit, e incentrata sulla soglia del 3% del Pil”. Inoltre, “la possibilità di sanzioni finanziarie sarà mantenuta e resa più credibile riducendone l’ammontare”.

Oltre alla clausola di sospensione generale del Patto di Stabilità, da attivare in caso di grave recessione economica che colpisca l’Eurozona o l’Ue nel suo insieme (come è successo con la crisi del Covid), la Commissione propone ora anche “una clausola di salvaguardia specifica per paese, che consentirebbe deviazioni temporanee dal percorso di bilancio a medio termine” per un singolo Stato membro “in caso di circostanze eccezionali al di fuori del controllo del governo interessato”, ha spiegato ancora il commissario.

“Il mio ultimo messaggio oggi – ha concluso Gentiloni – è questo: vogliamo mettere, finalmente, sullo stesso piano crescita e stabilità, e lavorare efficacemente per raggiungerle entrambe.

Questa è in sostanza la sfida che abbiamo davanti a noi”.

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