Energia: periti industriali, piano per competenze 'in rete'
Risparmio, riduzione delle emissioni di Co2, contrasto alla povertà energetica. Tutto mettendo a sistema le competenze.
Sono questi gli obiettivi delle politiche di sviluppo delle comunità energetiche rinnovabili al centro di un progetto del Consiglio Nazionale dei Periti Industriali e dei Periti Industriali Laureati, realizzato con Ancitel Energia e Ambiente srl, presentato oggi a Napoli alla presenza tra gli altri del sindaco della città Gaetano Manfredi, degli operatori del settore (Federesco e GSE), dei professionisti e degli esperti a livello nazionale in tema di energia. L’evento rappresenta il primo di una serie di appuntamenti sul territorio nazionale che toccheranno le città di Venezia, Milano, Firenze, Palermo, Bari per approfondire e diffondere il nuovo modello di sviluppo dato dalle comunità energetiche e le relative opportunità ambientali, sociali ed economiche.
Del resto i numeri delle attuali comunità energetiche parlano da soli, sono appena 30 le realtà censite da Legambiente e si configurano per lo più come situazioni sperimentali.
È stata fino ad ora proprio la complessità del sistema a rallentarne il processo. “Le comunità energetiche”, ha dichiarato Estella Pancaldi, responsabile funzione promozione e assistenza alla Pa del Gse, “puntano ad avvicinare la produzione al consumo, ma dietro questa operazione c’è un iter sociale-tecnico-giuridico che talvolta non ne facilita la realizzazione dei progetti. Per non parlare dei costi. È quindi fondamentale fare sistema”. Una necessità sottolineata con forza anche da Luigi Stefano Sorvino, direttore Arpa Campania che ha parlato dell’esigenza di mettere in rete le competenze, dalle amministrazioni regionali, alla comunità scientifica fino alle professioni tecniche. “Lo strumento delle comunità energetiche”, ha aggiunto il presidente della X Commissione Senato Gianni Pietro Girotto, “ha delle potenzialità immense, e necessita, ora che la norma si sta perfezionando, di un processo di accompagnamento verso tutti i soggetti che ne possono essere coinvolti, dai privati, agli enti pubblici, fino ai professionisti stessi”.
“La nostra società” ha chiuso Giuseppe Rinaldi Consigliere Delegato di Ancitel Energia e Ambiente “è da sempre impegnata in prima linea su queste tematiche, grazie alle sinergie tra diversi stakeholder e alle competenze del gruppo di lavoro messo in campo, per portare ai territori soluzioni che permettano di sfruttare al meglio le possibilità offerte dalle nuove norme di legge e i relativi finanziamenti”. “La transizione ecologica” ha aggiunto ancora Claudio Ferrari, presidente di Federesco, “senza i player non si realizza, quindi le esco miste, i professionisti tecnici che devono essere formati adeguatamente sulle nuove tematiche della efficienza energetica. In particolare è necessario sviluppare il partenariato pubblico privato per portare avanti modelli come questo”.
La tappa campana è stata anche un’occasione per presentare una delle prime comunità energetiche e solidali d’Italia, quella di San Giovanni a Teduccio realizzata con il contributo di Fondazione Famiglia di Maria e Legambiente e il supporto di Fondazione con il sud, un esempio, ha spiegato Maria Teresa Imparato, presidente di Legambiente Campania di come le comunità energetiche rappresentino non solo uno strumento ideale per contribuire in modo concreto alla crisi climatica, ma anche uno strumento fondamentale contro la povertà energetica”. Non solo perché in ognuna delle sei realtà urbanistiche del tour del Cnpi sarà poi realizzato e donato di concerto con le istituzioni comunali, un impianto energetico rinnovabile ad una comunità, un fabbricato, un condominio, una scuola che avrà così la possibilità di autoprodursi energia pulita azzerando i costi della bolletta.
“Riduciamo ed efficientiamo i consumi energetici nelle aree urbane più bisognose, peraltro in un periodo di grande instabilità dei prezzi delle bollette per famiglie e imprese, e riduciamo l’inquinamento ambientale promuovendo uno sviluppo locale sostenibile”, ha rimarcato il presidente Nazionale dei Periti Industriali e Periti Industriali Laureati Giovanni Esposito che ha infine aggiunto,
“dobbiamo uscire dal vecchio paradigma dell’ordine professionale lontano dalla realtà concreta per diventare sempre di più quei soggetti che trainano la transizione economica”.
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