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Fisco più leggero per le casse di previdenza

Fisco più «lieve» (di 6 punti percentuali) per i rendimenti finanziari delle Casse dei professionisti. E lo «sconto» sulla tassazione concesso dal governo, verosimilmente, verrà compensato col vincolo a immettere (ulteriori) risorse nella crescita del sistema-Paese

Fisco più leggero per le casse di previdenza

Fisco più «lieve» (di 6 punti percentuali) per i rendimenti finanziari delle Casse dei professionisti. E lo «sconto» sulla tassazione concesso dal governo, verosimilmente, verrà compensato col vincolo a immettere (ulteriori) risorse nella crescita del sistema-Paese. È stato il viceministro dell’Economia Maurizio Leo ad esprimere ieri, alla platea degli Stati generali della previdenza promossi a Roma dall’Adepp (l’Associazione degli Enti privati), con un videomessaggio, l’intenzione di equiparare, con la riforma fiscale, l’imposizione tributaria sui ricavi da investimento del comparto a quella dei Fondi pensione: non più, dunque, un gravame del 26%, bensì del 20% sui proventi. Al tempo stesso prende forma, descritto dal sottosegretario di via XX settembre Federico Freni, il Regolamento sulle operazioni finanziarie: dal palco del cinema Barberini ha indicato che, rispetto alla previsione normativa contenuta in un decreto del 2011, il provvedimento che porterà la firma dei ministri dell’Economia e del Lavoro Giancarlo Giorgetti e Marina Calderone valorizzerà «l’autonomia e la saggezza» delle Casse, che potranno «dettare in casa propria» i «paletti» sulle iniziative da perseguire.

«L’idea che ci siamo fatti», ancora in assenza di un testo, ha confidato il presidente di Inarcassa (ingegneri e architetti) Giuseppe Santoro, è che si «dovrà cercare di prevenire il più possibile rischi» negli investimenti «con una sorta di terzo controllore, ossia la Banca depositaria», e avvalendosi di «una struttura adeguata alla gestione patrimoniale», condizione che potrebbe creare «difficoltà agli Enti di piccole dimensioni. In sostanza, all’interno di un portafoglio ben definito», ogni Cassa dovrà poter spiegare «perché è stato condotto un certo tipo di operazione finanziaria. E quali sono i suoi specifici presupposti», ha argomentato. Del resto, s’è inserita Calderone, quei «107 miliardi» di patrimonio globalmente raggiunti, «che afferiscono alla parte attiva del bilancio dello Stato», sono «frutto dell’impegno e della lungimiranza delle classi professionali», a cui va l’«attenzione» del governo, senza «distinzioni fra lavoro subordinato e indipendente», perché «una parte non può esser più tutelata dell’altra».

È tempo, intanto, di riprendere le fila del tavolo sul lavoro autonomo: dopo la convocazione delle rappresentanze di Ordini, Enti previdenziali e associazioni all’inizio di febbraio, la prossima riunione a via Veneto avverrà «subito dopo Pasqua», in particolare per «fare il punto sulla riapertura della delega della legge 81 del 2017 (il «Jobs act degli autonomi») riguardante la sussidiarietà», facendo sì che i professionisti possano essere «anello di congiunzione fra il cittadino bisognoso di comprendere come funzionano le regole dello Stato e lo Stato stesso».

All’indomani della pubblicazione su ItaliaOggi dei dati forniti dal direttore dell’Ispettorato nazionale del lavoro Paolo Pennesi (il 93,4% di oltre 4.200 imprese impegnati nei lavori in edilizia col Superbonus 110% è risultato irregolare, ndr) Calderone ha spiegato che le violazioni sono «di varia natura, anche formali», tuttavia l’attività di vigilanza è «importante» e «l’obiettivo è condurla in maniera sempre più efficace, soprattutto per ridurre l’incidenza degli infortuni». Spazio, infine, al plauso del presidente dell’Adepp Alberto Oliveti per il cammino verso il varo conclusivo del disegno di legge sull’equo compenso per le prestazioni professionali (al vaglio, in terza lettura, della Camera): «Qualcosa da affinare», ha precisato, però, «poi, ci sarà».

Tratto da Italia Oggi

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