Gli indici di affidabilità vanno sterilizzati
La richiesta dell’Int alla riunione del Mef: applicare l’Isa al massimo su base volontaria
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Alla riunione odierna della Commissione degli esperti sugli Isa (Indici sintetici di affidabilità fiscale) del ministero dell’Economia tenutasi su piattaforma digitale, il rappresentante dell’Istituto nazionale tributaristi (Int), Giorgio Del Ghingaro, ha votato contro una individuazione della non applicabilità in base a parametri rigidi, o perdite oltre il 33%, “limite che ha già discriminato le attività produttive sulla sospensione delle scadenze fiscali o dei contributi a fondo perduto”, perché, ha dichiarato, “in un periodo così complesso e travagliato diventa impossibile predisporre limiti o paletti che non producano effetti negativi per le attività produttive, pertanto in accordo con la presidenza dell’Int si è deciso di votare contro una soluzione che non prevedesse la sterilizzazione generalizzata degli Indici o quanto meno la loro applicazione su base volontaria, proprio per salvaguardare la premialità ma al contempo non punire gli operatori economici con voti che potrebbero farli inserire in liste di controllo”, ha aggiunto. Il presidente dell’Int Riccardo Alemanno ha affermato: “Spero che prima, o poi, ci si liberi da questa ‘sindrome del 33%’ perché è discriminatoria, lo abbiamo ribadito in varie occasioni e speravamo che almeno gli Isa ne fossero esenti.
Mi auguro che il Parlamento, poiché ci sono proposte di emendamenti per la sterilizzazione degli Isa per il 2020, possa porvi rimedio. Bisogna sollevare le attività produttive da ‘ansie da parametri e presunzioni di ricavi’, che se già nella normalità non sono sempre soggettivamente attendibili, in questo periodo perdono qualsiasi minimo significato, riteniamo che ogni ulteriore motivazione sia superflua dato il perseverare della pandemia e dei suoi effetti sulle attività economiche, il tutto supportato dalla richiesta di prolungamento dello stato di emergenza richiesto dal Governo ed approvato dal Parlamento, nonché dalle nuove e più rigide regole anti Covid-19 previste dai vari Dpcm”, si chiude la nota dei professionisti.
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