Granelli (Confartigianato): "Nel 2021 32% piccole imprese a rischio"
È l'allarme che lancia Marco Granelli, presidente nazionale di Confartigianato,sugli effetti della pandemia sulle imprese
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“Ma, affinché siano efficaci per tutte le imprese, abbiamo chiesto -continua Granelli- che venga superato il criterio del ristoro circoscritto alla perdita di fatturato media di un solo mese del 2020 e il limite del 30% di calo di fatturato per accedere al contributo a fondo perduto”.
“Occorre anche garantire alle imprese -sottolinea ancora- la liquidità necessaria a ripartire: sono fondamentali nuove moratorie di pagamento dei finanziamenti e la proroga per tutto il 2021 di quelle in essere”.
Aziende che si lasciano alle spalle un 2020 disastroso. “Per gli artigiani e le piccole imprese il ‘bilancio’ del 2020 è in profondo rosso. Hanno chiuso 79.000 aziende artigiane e sono diminuite del 17% le aperture di attività artigiane”, sottolinea Granelli.
Profondo rosso anche per i fatturati. “Il nostro ufficio studi di Confartigianato ha stimato nel 2020 per le micro e piccole imprese un calo di fatturato di circa 160 miliardi”, rimarca amaro Granelli.
“Tra i settori più colpiti -sottolinea Granelli- la moda: nel 2020 ha perso il 22% del fatturato, pari a 15,5 miliardi di euro in meno, con 10 miliardi di minori esportazioni”.
“Gli altri settori colpiti sono quelli del legno-arredamento, quelli legati al turismo e la ristorazione tra cui il noleggio con conducente (Ncc), i fotografi, la filiera degli eventi e fiere”, aggiunge Granelli.
Segnale positivo, secondo Granelli, le riaperture decise dal governo. “Riaprire le attività è un segnale importante per i cittadini e per imprese come le nostre profondamente radicate nelle comunità. I nostri imprenditori hanno investito in sicurezza e prevenzione per poter garantire la salute delle persone ma le regole su orari e modalità nel settore della ristorazione non sembrano tenerne conto. Senza dubbio vanno modificate”, aggiunge
“Il virus -continua- non ha orari. Quello che va fatto è un rigoroso controllo sugli assembramenti e sui comportamenti a rischio”.
La grande sfida, per Confartigianato, è il Recovery plan. “Condividiamo con il premier Draghi -sottolinea Granelli- la convinzione che il Recovery Plan rappresenti una sfida epocale per l’Italia, ma a queste condizioni: rapidità di progettazione, efficienza nella gestione e attuazione amministrativa, accessibilità alle piccole imprese”. “Contemporaneamente bisogna ‘curare’ -continua Granelli- i mali cronici del nostro Paese con il vaccino delle riforme, a cominciare da fisco e burocrazia, giustizia civile e concorrenza. Anche prima della pandemia, fare impresa in Italia non è mai stato facile. Le attività economiche sono frenate da storiche inefficienze, ritardi mai recuperati che oggi vanno assolutamente sanate se si vuole davvero ripartire”, spiega.
E quindi, per Granelli, “il Piano nazionale di ripresa e resilienza deve valorizzare le capacità e le potenzialità delle piccole imprese italiane diffuse sul territorio, esempio di sostenibilità economica, ambientale e sociale”. “Serve un nuovo modello di sviluppo che tenga conto del fatto che le piccole imprese rappresentano il 94,9% del sistema produttivo. Questo vale per i progetti di infrastrutture materiali e immateriali di collegamento delle persone, delle merci e delle informazioni. Ma anche per l’accesso a nuovi strumenti di finanza d’impresa, ai progetti di innovazione digitale e tecnologica, di transizione ecologica e di internazionalizzazione”, aggiunge.
E su questa ‘strada’ Granelli chiede che “nella partecipazione agli appalti pubblici venga valorizzato il chilometro zero, che significa riservare una quota alle piccole imprese residenti nel territorio di esecuzione dei lavori”. “E, ancora, riteniamo fondamentale puntare sulle piccole opere infrastrutturali così necessarie in un paese come il nostro ad alto rischio idrogeologico”.
Centrale per la ripresa economica, secondo Confartigianato, sarà l’impatto del superbonus al 110%. “Il nostro ufficio studi ha calcolato che il superbonus 110% e le detrazioni fiscali per l’edilizia coinvolgono 1 milione di imprese del ‘sistema casa’ con 2,3 milioni di addetti. Non si devono vanificare le aspettative e gli sforzi di imprese e cittadini che stanno mostrando di apprezzare e utilizzare questo strumento”, spiega Granelli.
Ma serve, per Confartigianato, chiarezza su tempi e modalità della misura. “Confidiamo -spiega Granelli- nell’impegno assunto dal governo di prorogare questo incentivo che serve a consolidare la ripresa delle attività produttive e a riqualificare il patrimonio edilizio in un’ottica di transizione ecologica. Ne va semplificato il funzionamento in modo da renderlo efficacemente fruibile e dimostrare la necessità del suo rifinanziamento”. “Noi riteniamo anche necessario estenderlo a tutti gli interventi e tipologie di edifici e renderlo stabile negli anni successivi, pur riducendo le percentuali di detrazione”, conclude.
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