I legami del Papa Medici con Piacenza esaminati da Erica De Ponti Gonzaga
Se ne è parlato ieri sera alla Sala del Duca (un appuntamento nell’ambito delle Celebrazioni dei 500 anni di Santa Maria di Campagna a cura della Comunità francescana e della Banca di Piacenza)

Papa Clemente VII (1478-1534) è stato per diversi aspetti legato a Piacenza. Dei rapporti tra Giulio de’ Medici (forse padre di quell’Alessandro che sposò Margherita d’Austria, poi moglie di Odoardo Farnese) e la nostra città si è parlato questa sera alla Sala del Duca (un appuntamento nell’ambito delle Celebrazioni dei 500 anni di Santa Maria di Campagna a cura della Comunità francescana e della Banca di Piacenza) con la conversazione di Erica De Ponti Gonzaga sul tema “Clemente VII e la Basilica di Santa Maria di Campagna”. La relatrice – presentata dal condirettore generale della Banca Pietro Coppelli -, a questo proposito ha ricordato che Clemente VII fu amico della Basilica costruita da Alessio Tramello e non si può escludere che ne abbia seguito da vicino i lavori. Tra l’altro, il 24 dicembre del 1531, quando la statua della Madonna di Campagna fu trasferita nel nuovo tempio, il Papa concesse l’indulgenza plenaria. E la statua di Clemente VII (costruita nel 1727, in precedenza l’ex voto era in cartapesta, fatto realizzare nel 1530 dal Governatore Alessandro Caccia) è presente nel santuario mariano a ricordare lo scampato pericolo del Pontefice in occasione del Sacco di Roma (riuscì a sopravvivere riparando a Castel Sant’Angelo), a cui partecipò anche Pier Luigi Farnese con le truppe dell’imperatore Carlo V, cosa che gli costò la scomunica da parte dello stesso Clemente VII, che in occasione della discesa su Roma dei Lanzichenecchi pregò appunto la Madonna di Campagna, che probabilmente aveva visitato quando era il cardinale Giulio de’ Medici.
«Ma il Papa Medici – ha sottolineato Erica De Ponti Gonzaga – fu importante per Piacenza soprattutto perché ebbe un ruolo fondamentale nella costruzione delle mura farnesiane, poi terminate da Papa Paolo III. Una realizzazione per la quale si appoggiò all’architetto Antonio da Sangallo il giovane e all’ingegnere Pier Francesco Fiorenzuoli da Viterbo. Quelle piacentine furono il prototipo delle mura bastionate, che poi si diffusero in altre parti d’Italia».
Le relatrice è quindi passata a trattare aspetti forse meno conosciuti di Clemente VII. Come il fatto che fosse una grande appassionato d’arte, amico e mecenate di personaggi della levatura di Raffaello, Michelangelo e Benvenuto Cellini.
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