I liberi professionisti sul podio per la fatturazione elettronica
I primi dati dall’Agenzia dell’Entrate: bilancio positivo a sei mesi dall’introduzione della normativa
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Con 484.207 operatori, la categoria dei liberi professionisti si classifica al secondo posto tra quelle più attive nell’utilizzo della Fatturazione Elettronica, dopo quella di concessionari e autofficine e davanti a quella dei costruttori. A sei mesi dall’introduzione dell’e-fattura, e al termine del periodo di flessibilità, scaduto lo scorso 1 luglio, l’Agenzia delle Entrate ha rivelato in una nota i primi dati sull’andamento della normativa, che “ha consentito di gestire elettronicamente un volume di transazioni dal valore di 1.689 miliardi di euro”. Ma non ci si deve limitare a parlare di transazioni: secondo l’Osservatorio Fatturazione Elettronica & eCommerce B2b della School of Management del Politecnico di Milano, quella introdotta dalla fatturazione elettronica è una vera e propria rivoluzione dai notevoli benefici – in termini di velocità e semplificazione – e di grande importanza per il percorso di digitalizzazione del nostro Paese, tra i primi in Europa ad adottare l’e-fattura e all’avanguardia per quanto riguarda la digitalizzazione di pratiche e documenti da parte di aziende e liberi professionisti. Se tra le città primeggia Milano (con oltre 257 milioni di e-fatture e 215mila operatori), seguita da Roma, Torino, Bologna, Napoli e Verona, per quanto riguarda invece i settori interessati dalla fatturazione elettronica al primo posto c’è quello della riparazione di autoveicoli e motocicli, seguito dai servizi di fornitura di energia elettrica e gas, dai servizi di informazione e comunicazione e infine dalle attività manifatturiere. Oltre il miliardo i file trasmessi, più di 3 milioni gli operatori in tutta Italia, 3,8 milioni le richieste di QR code da mostrare al fornitore per acquisire in automatico i dati del cliente: sei mesi di osservazione non sono sufficienti per dichiarare il successo della normativa, ma è innegabile che la partenza sia ottima. Il nostro Paese, nel 2015 al 25° posto per “acquisti, studio, pagamento delle bollette e utilizzo di servizi pubblici online”, registra oggi una netta inversione di tendenza, andando a infoltire la schiera degli Stati che vedono nella digitalizzazione un’opportunità di crescita economica e culturale per tutti i settori. L’Italia è anche il Paese europeo con il maggior numero di liberi professionisti – oltre 1 milione – tra i 28 Paesi membri dell’Unione Europea, dove la categoria conta in totale 5,6 milioni di membri che rappresentano il 12,5% del Pil. Questi dati rendono evidente l’importante responsabilità dell’intera categoria nei confronti non soltanto del comparto libero professionale, ma anche del Sistema Paese nel suo insieme: adottare tecnologie che permettano uno snellimento dei processi burocratico-amministrativi, per imboccare con convinzione la via della crescita.
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