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I redditi medi dei professionisti ammontano a 35.000 euro nel 2019

Più bassi per gli autonomi iscritti all’Inps ('gap' di 10.000 euro)

I redditi medi dei professionisti ammontano a 35.000 euro nel 2019

A partire dal 2017 “i redditi medi delle professioni ordinistiche riprendono a salire, stabilizzandosi al 2018-2019 sui 35.500 euro, valore comunque inferiore a quello che si registrava nel 2010 (pari a circa 37.300 euro)”.

Lo si legge nel Rapporto di Confprofessioni che oggi pomeriggio verrà illustrato al Cnel; le cifre, si precisa, sono basate sui dati forniti dall’Adepp, l’Associazione degli Enti previdenziali privati e privatizzati.

“Comparando i redditi medi dei lavoratori autonomi iscritti alla gestione separata dell’Inps con quelli dei professionisti che versano i contributi alle Casse previdenziali private, si evidenzia un divario importante (di circa 10.000 euro) a favore di questi ultimi: nonostante la contrazione dei redditi abbia agito in misura più forte sulle professioni ordinistiche, le differenze in termini di profitti permangono sostenute”, viene spiegato. A fronte di situazioni contraddistinte da una crescita reddituale sostenuta – quali ad esempio la Cassa dei veterinari, l’Enpav, (+24,7% tra 2009 e 2019), di quella del Notariato (+24,2% nello stesso periodo per i notai) e dei periti industriali, Eppi, (+13,7%) – si registrano professioni caratterizzate da una marcata contrazione delle entrate: è il caso tra gli altri degli agrotecnici (-33,4%) e degli infermieri (-32,0%), ma anche degli avvocati (-18,4%)”, recita lo studio. “Nel periodo più recente (2014-2019) i gruppi professionali che individuano una persistente riduzione dei redditi sono i ragionieri, gli agrotecnici, i periti agrari, gli infermieri e i giornalisti e pubblicisti. Il folto gruppo degli ingegneri e degli architetti appare, invece, negli ultimi anni in ripresa (+10,4%), così come i geometri (+9,4%) e l’ampia categoria degli avvocati (+3,4%).

    Va, infine, segnalata l’intensa crescita reddituale sperimentata nel periodo più recente dai consulenti del lavoro (+33,4%)”, sottolinea il Rapporto di Confprofessioni. (

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