Anno: XXVI - Numero 47    
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Al-Jolani non stringe la mano alla ministra tedesca

Il gesto del nuovo padrone della Siria fa diminuire l'entusiasmo di chi vede in lui un islamista soft.

Al-Jolani non stringe la mano alla ministra tedesca

Un tributo che, ancor prima di essere incassato, ha già provocato un mare di polemiche: accogliendo i due ministri arrivati su mandato dell’Unione europea, il leader siriano ha stretto la mano solo all’uomo, il francese Jean Noel Barrot, e non alla donna, la tedesca Annalena Baerbock. Un gesto che non fa ben sperare per la condizione delle donne nel Paese e che, tra commenti social e ricorsi storici, fa temere che sotto la posa moderata del nuovo governo siriano si celi un accentuato islamismo già sperimentato in passato.

Dopo aver visitato il mattatoio di Saydnaya, la famigerata prigione nota per gli abusi che il regime baathista perpetrava agli oppositori, Baerbock e Barrot sono stati ricevuti a palazzo da al-Jolani, che ora ha dimesso il nome di battaglia e si fa chiamare Ahmad al-Sharaa. È la prima missione in Siria di due rappresentanti europei dopo il colpo di Stato. “La speranza di una Siria sovrana, stabile e pacificata è reale, ma fragile”, aveva detto Barrott spiegando che il senso del loro viaggio era quello di comprendere la situazione sul campo e accertarsi di una transizione pacifica. Il leader di Hayat Tahrir al-Sham (Hts) aveva preparato l’accoglienza: da settimane si sta presentando come un capo dialogante, aperto alle relazioni con l’Occidente. Quando si è trattato però di stringere la mano alla ministra Baerbock, Al Jolani si è ritratto indietro, con un piccolo gesto di saluto. Gesto replicato dai suoi collaboratori, che poi hanno fatto strada alla tedesca e all’omologo francese.

Oltre alla mancanza di rispetto verso Baerbock, il caso rischia di mettere in dubbio il moderatismo professato dal nuovo governo islamista per rassicurare i Paesi occidentali. Anche perché, quello a cui abbiamo assisto oggi sembra essere solo un antipasto rispetto alle altre censure ai danni non solo delle donne ma anche delle minoranze religiose che vivono in Siria. Dall’albero di Natale bruciato nel governatorato di Hama il giorno della Vigilia di Natale ai libri di testo dove non saranno ammesse poesie d’amore e sulle donne: in questi giorni le preoccupazioni si stanno moltiplicando.

Quella che diversi analisti leggono come una virata verso l’islam più intransigente, in ogni caso, è una questione che al-Jolani avrebbe preferito tenere lontana dai colloqui di oggi. Concluso il tour dei ministri a Damasco, in Germania però è scoppiata la polemica. La mancata stretta di mano ha scatenato i commentatori sui social: “Mi sarei recato lì solo se fosse stato chiaro fin dall’inizio che avrebbe stretto la mano a Baerbock in pubblico”, ha scritto un utente. Oppure: “La Germania negozia con i terroristi e per questo viene umiliata”, è un’altra critica. La ministra tedesca poi è intervenuta, sostenendo che “quando mi sono recata a Damasco era già chiaro che non ci sarebbero state strette di mano ordinarie”, modalità comunque non condivisa “nè da me nè dal ministro degli Esteri francese”.

L’affronto a Baerbock non è certo un caso isolato nella storia delle relazioni internazionali, anche in quella più recente. Torna alla mente il cosiddetto “Sofa gate”, un altro pesante smacco a un emissario dell’Unione europea, in questo caso la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, che nell’aprile 2021 fu ricevuta ad Ankara da Recep Tayyip Erdogan. Una visita ufficiale durante la quale il presidente turco preparò accanto a sè una sola sedia, occupata dal presidente del Consiglio europeo Charles Michel, mentre mise a distanza, appunto su un sofà, von der Leyen. Scandali diplomatici e termometri politici che anche oggi, con quella stretta di mano mancata da al-Jolani, fanno diminuire l’ottimismo per le sorti della Siria.

di Giulio Ucciero su Huffpost

 

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