Il lodo della discordia: l'ultima lite è sulla giustizia.
Il tavolo di Fico chiede più tempo L'esploratore M5s atteso al Colle in serata ma ancora Italia Viva non ha sciolto la riserva sul premier Conte
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Il primo piano di Montecitorio è blindato da ieri. Un cordone rosso separa la fine della scalinata dalla Sala della Lupa dove, in modalità quasi permanente, sono riuniti i capigruppo di M5s, Pd, Italia Viva, Leu e Europeisti. Davanti alla porta gli assistenti parlamentari controllano che nessuno si avvicini al gran conclave, che oggi rispetto a ieri è anche cresciuto nei numeri. Si parla di giustizia, tema spinoso, pieno di veti incrociati, ed è qui infatti che salta ancora una volta la trattativa. Pd e M5s raggiungono un’intesa di massima sulla prescrizione e sul processo penale, Italia Viva si oppone. Lo schema è sempre lo stesso.
In campo sono gli ‘esperti’. Per il Pd è presente il vice segretario Andrea Orlando e per Leu Pietro Grasso. Ma anche le altre delegazioni si sono dotate dei lori pesi massimi, per il Movimento 5 Stelle c’è il sottosegretario alla Giustizia Vittorio Ferraresi, e per le Minoranze linguistiche Julia Unterberger.
Pd e M5s lasciano trapelare che l’accordo sul cosiddetto ‘lodo Orlando’ ci sia. E Bruno Tabacci, presidente di Centro democratico, in una pausa dei lavori esulta per quella che appare una conquista affatto scontata: “E’ stato fatto un esame positivo. Se entro sei mesi il ddl Bonafede di riforma del processo penale non non viene approvato allora bisognerà rivedere la formula attuale della prescrizione. Chiamiamolo ‘lodo Orlando’, e su questo c’è stata una apertura del M5S”. Parallelamente si darebbe avvio al tavolo di monitoraggio sulla prescrizione per valutare gli effetti della riforma inserita nella “spazzacorrotti’”. Passano pochi minuti e il partito di Matteo Renzi smentisce tutto: “Non c’è nessun accordo”. Qualche chiarimento a proposito potrebbe arrivare da un’assemblea dei parlamentari di Iv convocata per le 13 e 30.
La partita si intreccia con quella del ministero. Italia Viva vuol cacciare il Guardasigilli grillino Alfonso Bonafede. E se è vero che i 5Stelle non si impiccheranno al nome del capo delegazione, è anche vero che i pentastellati chiedono garanzie sul prossimo titolare di via Arenula e sul resto della squadra. Per questo la partita continua a giocarsi su più tavoli e non solo a quello quadrata della grande sala della Lupa.
È il quarto giorno di consultazioni del presidente “esploratore” Roberto Fico ma ufficialmente il nastro, a parte qualche leggero passo in avanti, sembra si sia inceppato a venerdì sera. Quando la Terza carica dello Stato ha preso l’incarico di rimettere insieme i pezzi dei partiti del governo Conte II possibilmente sulla base di un programma e con l’indicazione di un premier a cui affidare l’incarico di creare un nuovo esecutivo.
Ecco, alla vigilia del ritorno del presidente Fico al Colle, non c’è né un programma né un nome da indicare come futuro premier incaricato. L’incontro tra il Presidente Sergio Mattarella e il presidente della Camera è previsto nel tardo pomeriggio. Non prima. Anche perché i partecipanti al tavolo sul programma hanno chiesto due-tre ore in più rispetto al termine che era fissato alle 13 per parlare di istruzione, cultura e turismo. Toccherà al presidente Fico stilare una relazione con l’elenco dei temi trattati. Nessun programma scritto perché, come dice Bruno Tabacci, quasi esausto, “va bene che qui la Costituzione non è di casa, ma il programma lo decide il presidente del Consiglio incaricato con le forze di maggioranza”. Si sta quindi discutendo in maniera generica dei temi che il nuovo esecutivo dovrà affrontare e nonostante questo il tavolo verrà tirato per le lunghe nell’attesa che Matteo Renzi pronunci parole chiare su Giuseppe Conte.
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