Il quadro “Verdi è vivo” di Franco Scepi collocato alla Sala Verdi del PalabancaEventi
L’opera era stata donata alla Banca di Piacenza da Fondazione Gorbaciov e Segretariato permanente dei Nobel per la Pace in omaggio a Corrado Sforza Fogliani
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Con una breve ma significativa cerimonia è stato collocato al primo piano del PalabancaEventi di via Mazzini, in Sala Verdi, il quadro realizzato da Franco Scepi (Verdi è vivo) e donato alla Banca di Piacenza – in omaggio al suo compianto presidente Corrado Sforza Fogliani – da Fondazione Gorbaciov e Segretariato permanente dei Nobel per la Pace. Erano presenti, oltre all’artista piacentino autore dell’opera, la moglie dell’avv. Sforza Maria Antonietta De Micheli, Marzio Dallagiovanna (accompagnato dalla moglie Nicoletta Bertocchi), presidente della citata Fondazione e vicepresidente del Segretariato dei Nobel per la Pace (di cui lo stesso Sforza faceva parte), il presidente della Banca Giuseppe Nenna con il direttore generale Angelo Antoniazzi, il vicedirettore generale Pietro Boselli e il responsabile dell’Ufficio Economato e sicurezza Roberto Tagliaferri, Giorgio Braghieri, presidente del Collegio Alberoni (dove, nei mesi scorsi, il quadro era stato consegnato all’Istituto di credito nel corso di una serata tenutasi nella Sala degli Arazzi e conclusasi con l’applaudito concerto “Piacenza: Verdi è vivo”, a cura del Centro artistico musicale San Lorenzo), Carlo Loranzi ed Elio Beretta.
L’idea del dipinto era nata una domenica dell’anno 2012: all’uscita dalla messa serale celebrata nella chiesa di San Donnino, il presidente esecutivo dell’Istituto di credito di via Mazzini incontrò Scepi, al quale confidò la sua volontà di restituire al grande compositore Giuseppe Verdi la verità storica legata a Piacenza e ai tanti luoghi frequentati in modo permanente dal Maestro. Il dipinto – rimasto nello studio milanese del pittore senza essere mai svelato – oltre a raffigurare Giuseppe Verdi rappresenta un incipit unico e creativo, mai visualizzato in un quadro: il simbolo dell’hashtag, ovvero il cancelletto in uso nel web, per segnalare ciò che non si deve dimenticare.
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