Anno: XXV - Numero 214    
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In Italia le donne sono più istruite degli uomini ma sono meno occupate

È quanto emerge dal rapporto Istat sui 'Livelli di istruzione e ritorni occupazionali - Anno 2023.

In Italia le donne sono più istruite degli uomini ma sono meno occupate

Le donne in Italia sono più istruite degli uomini: nel 2023, il 68,0% delle 25-64enni ha almeno un diploma o una qualifica (62,9% tra gli uomini) e coloro in possesso di un titolo terziario raggiungono il 24,9% (18,3% tra gli uomini).

Le differenze di genere risultano più marcate di quelle osservate nella media Ue27. E’ quanto emerge dal rapporto Istat sui ‘Livelli di istruzione e ritorni occupazionali – Anno 2023’. Il vantaggio femminile nell’istruzione non si traduce in un vantaggio lavorativo: il tasso di occupazione femminile è molto più basso di quello maschile (59,0% contro 79,3%). Al crescere del titolo di studio, i differenziali occupazionali di genere si riducono: 32,3 punti percentuali per i titoli bassi (36,8% e 69,1% i tassi di occupazione femminili e maschili), 21,6 p.p. per i medi (62,4% e 84,0% i rispettivi tassi) e 6,9 p.p. per gli alti (81,4% e 88,3% i tassi di occupazione).

Il divario di genere si riduce per effetto dell’aumento dei tassi di occupazione femminili più marcato di quelli maschili all’aumentare del livello di istruzione raggiunto: il tasso di occupazione tra le laureate è infatti di 19,0 punti percentuali superiore a quello delle diplomate (soli 4,3 p.p. tra gli uomini) e tra le diplomate è di 25,6 punti percentuali più elevato di quello tra le donne con al massimo la licenza media inferiore (14,9 p.p. tra gli uomini). Anche le differenze con la media europea si riducono significativamente all’aumentare del livello di istruzione: tra le donne con basso titolo di studio il tasso di occupazione è inferiore di 10,2 punti percentuali a quello medio Ue27 (36,8% contro 47,0%), differenza che scende a 9,2 p.p. per i medi (62,4% contro 71,6%) e a 3,8 p.p. tra coloro con titolo di studio terziario (81,4% verso 85,2%).

La quota di 25-34enni in possesso di un titolo di studio terziario è uno degli indicatori target del nuovo Quadro strategico per la cooperazione europea relativo al 2030. Nonostante in Italia, nel 2023, la quota di giovani adulti in possesso di un titolo di studio terziario sia leggermente cresciuta, attestandosi al 30,6%, resta lontana dall’obiettivo europeo (45%), è decisamente inferiore alla media europea (43,1% nell’Ue27) ed è molto al di sotto dei valori, comunque in crescita, degli altri grandi Paesi (51,9% Francia, 52,0% Spagna e 38,4% Germania). E’ quanto emerge dal rapporto Istat sui ‘Livelli di istruzione e ritorni occupazionali – Anno 2023. Questa distanza trova ragione anche nella limitata disponibilità, in Italia, di corsi terziari di ciclo breve professionalizzanti , erogati dagli Istituti Tecnici Superiori, che in altri Paesi europei forniscono una quota importante dei titoli terziari conseguiti: con riferimento alla classe di età 25-34, in Spagna rappresentano quasi un terzo dei titoli terziari (31,3%), in Francia un quarto (24,4%), un decimo (11,5%) nella media dei 22 Paesi europei membri Ocse e il 16,7% nella media dei Paesi Ocse . In Italia, tra i 25-34enni, più di una giovane su tre (37,1%) e meno di un giovane su quattro (24,4%) possiede un titolo terziario; le medie Ue sono pari al 48,8% e 37,6% rispettivamente. Il divario con l’Europa nella quota di giovani laureati diventa ancora più marcato se si tratta di cittadini stranieri: 12,7% in Italia e 36,5% nella media Ue. Anche il divario territoriale a sfavore del Mezzogiorno è molto marcato: è laureato un giovane su quattro (25,1%), contro oltre tre giovani su 10 nel Centro e nel Nord (35,5% e 32,9%).

Nell’edizione dell’indagine del 2023 si è rilevato che quando i genitori hanno un basso livello di istruzione quasi un quarto dei giovani (24%) abbandona precocemente gli studi e poco più del 10% raggiunge il titolo terziario; se almeno un genitore è laureato, al contrario, le quote diventano rispettivamente 2% e circa 70%. Tra i 25-64enni, il tasso di occupazione dei laureati è 11 punti percentuali più alto di quello dei diplomati (84,3% e 73,3%, rispettivamente); il gap sale a 15,7 punti tra gli under 35 che hanno conseguito il titolo da uno a tre anni prima (75,4% e 59,7%). E’ quanto emerge dal rapporto Istat sui ‘Livelli di istruzione e ritorni occupazionali – Anno 2023. Il divario territoriale nel tasso di occupazione è più ampio per le fasce di età giovanili. Il tasso di occupazione dei 30-34enni nel Mezzogiorno è più basso rispetto ai giovani del Nord di 19,8 punti percentuali tra i laureati (70,8%, contro 90,6%) e di 25,8 punti percentuali tra i diplomati (57,2% contro 83,0%). E’ del 44,4% il tasso di occupazione dei 18-24enni che abbandonano precocemente gli studi: 53,4% tra i ragazzi, 27,8% tra le ragazze. Del 75,4% è il tasso di occupazione dei laureati 30-34enni con titolo conseguito da uno a tre anni prima (la media Ue è 87,7%) . E’ dell’80,9% il tasso di occupazione delle laureate STEM di 25-64 anni (90,1% tra gli uomini). Il divario di genere permane anche tra i 25-44enni: 78,4% contro 86,7%.

Agenzia Giornalistica Dire

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