Inps, 26,3 milioni di lavoratori nel 2022 (+2%)
Occupati su di 524.000 unità, salgono i professionisti (+18,6%)
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Nel 2022, il numero di lavoratori dipendenti e indipendenti è risultato pari a 26.300.000, in crescita rispetto al 2021 (+2%), con un incremento di circa 524mila unità. Più consistente la crescita rispetto al 2019, l`anno pre-pandemia preso a riferimento, con 758mila lavoratori in più (+3%). Lo ha reso noto l’Inps che ha diffuso i dati dell’Osservatorio lavoratori dipendenti e indipendenti
Il numero medio di settimane lavorate nel 2022 risulta in crescita rispetto al 2021 (43,1 settimane contro 42,2), ed è superiore anche a quello del 2019 (42,9 settimane).
Anche il reddito medio annuo da lavoro nel 2022 è in crescita rispetto all`anno precedente (+4%), e si attesta poco sopra i 24mila euro.
L`andamento dell`occupazione secondo la posizione prevalente è molto diversificato: tra il 2019 e il 2022, gli artigiani perdono oltre 70mila unità (-4,7%), i commercianti oltre 80mila (-4,1%) e gli agricoli autonomi circa 18mila (-4,2%); nel 2022, i lavoratori dipendenti del settore privato tornano a crescere dopo la contrazione del 2020 dovuta alla pandemia: sono circa 800mila i lavoratori in più rispetto al 2019 (+5,1%).
L`incremento percentuale per i dipendenti pubblici è pari a +2,5% (circa 88mila lavoratori), mentre i lavoratori domestici crescono di circa 8mila unità rispetto al 2019 (+1%). Prosegue, invece, il trend in diminuzione degli operai agricoli, che perdono oltre 63mila unità tra il 2019 e il 2022 (-6,9%); l`andamento dei parasubordinati nel complesso è in crescita con 127mila lavoratori in più tra il 2019 e il 2022 (+12,6%); tale crescita è dovuta soprattutto all`incremento dei post-laurea (+34,3%) e dei professionisti (+18,6%), mentre le collaborazioni sono in contrazione; nel 2022 cala il numero dei lavoratori occasionali prevalenti, che risultano essere 30mila, valore nettamente inferiore sia al 2019 che al 2021.
Osservando l`andamento per classe di età, emerge nel 2022 un incremento dei giovani fino ai 19 anni di età, che superano quota 376mila (+22,4% rispetto al 2019 e +21,4% rispetto al 2021).
Rispetto al 2019, aumenta di oltre il 9% la classe di età 20-24 anni, mentre quella 30-34 anni cresce di oltre il 4%. Crescono anche le classi di età più anziane, in particolare dai 65 anni in su (+13,9%). Le classi di età centrali, tra i 35 e i 49 anni, presentano invece trend negativi.
Riguardo alla distribuzione territoriale dei lavoratori, nel 2022 il 29,2% lavora nel Nord ovest (7,7 milioni di lavoratori). A seguire il Nord est con il 22,7% (circa 6 milioni di lavoratori), il Centro con il 21,1% (oltre 5,5 milioni di lavoratori) e infine il Sud, con il 18,4% (circa 4,8 milioni di lavoratori) e le Isole con l`8,4% (2,2 milioni di lavoratori).
Con riferimento al 2022, 705.596 lavoratori (pari al 2,7% dei lavoratori dell`anno) sono pensionati che lavorano, in quanto beneficiari di una pensione diretta di vecchiaia o anzianità già da prima del 2022, mentre 306.019 (pari all`1,2%) sono i nuovi pensionati nel 2022.
Limitando l`analisi ai lavoratori già pensionati si osserva che la loro incidenza è massima tra i lavoratori iscritti alla gestione separata: altri collaboratori (29,2%), amministratori (15,5%) e collaboratori (12,3%). Quote elevate di pensionati sono riscontrabili tra gli autonomi agricoli (23,9%), lavoratori occasionali (15,1%), artigiani (10,1%) e commercianti (8,9%).
Nel 2022 i lavoratori con cittadinanza extra Ue costituiscono il 10,7% nel complesso (erano il 9,3% nel 2021). La loro incidenza è massima tra i lavoratori domestici (52,4%) e minima tra i dipendenti pubblici (0,5%). Il 22,9% di incidenza di lavoratori extra Ue si riscontra tra gli operai agricoli, l`11,2% tra i dipendenti privati e il 10,9% tra i commercianti. Il numero medio di settimane lavorate da lavoratori extra Ue è di 39,4 contro le 43,5 dei lavoratori comunitari, mentre il reddito medio da lavoro è di 15.202 euro contro 25.342 dei comunitari.
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